Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Perché San Nicola è amato dai russi Oggi atteso Putin
«L’amore dei russi per San Nicola è un sentimento antico. Fin dagli anni successivi alla traslazione, i russi gli hanno dedicato autentica devozione». Padre Gerardo Cioffari, membro della comunità domenicana della Basilica di San Nicola spiega il perché delle code per onorare la reliquia nicolaiana a Mosca.
«L’amore dei russi per San Nicola è un sentimento antico. Fin dagli anni successivi alla traslazione, i russi gli hanno dedicato autentica devozione». Padre Gerardo Cioffari, membro della comunità domenicana della Basilica di San Nicola, docente in “Storia della teologia orientale ed occidentale” e “Storia della teologia russa” nella Facoltà Teologica Pugliese, spiega che le code per onorare la reliquia nicolaiana a Mosca sono «espressione di una antica e diffusa religiosità popolare».
Padre Cioffari, a che tempi risale il connubio tra San Nicola e la tradizione russa?
«Nei miei studi sulla letteratura russa antica mi sono imbattuto in diverse opere nelle quali era presente il vescovo di Myra come protagonista. Non si tratta di testi minori ma di volumi paragonabili per rilevanza alla nostra “Divina Commedia”».
Come è descritto il Santo dei baresi in questi libri?
«Dalle fiabe e della “bylina”, l’antica epica degli slavi, San Nicola è raffigurato come un vecchio che gira tra città e campagne, aiutando i deboli e i diseredati».
In Italia tanti testi sacri descrivono la generosità nicolaiana come caratterizzante del suo percorso spirituale.
«Viene definito, infatti, “difensore di chi è senza difensori”. In Russia e non solo si arriva a dire con un motto che “quando Dio morirà, ci sarà sempre San Nicola a difenderci”. E’ considerato un eterno viandante nella nazione russa e nei suoi spostamenti cerca di aiutare tutti i bisognosi».
I primi documenti russi su San Nicola?
«Ho tradotto un sermone della chiesa ortodossa risalente al 1092-93. Fin dagli anni successivi alla traslazione, i russi di ritorno a Kiev esaltarono la missione compiuta dai baresi, che salvarono le ossa del santo dai musulmani. Da quel tempo Nicola è rimasto il più amato in Russia. Questo sentimento ha consolidato la simpatia tra due chiese, quella cattolica e quella ortodosso, che sono state a lungo divise».
Le celebrazioni nicolaiane a Bari e in Russia coincidono?
«Il giorno dedicato al vescovo di Myra anche per i russi è il 9 maggio: nel calendario religioso ortodosso corrisponde al nostro 22 maggio».
Quante chiese sono dedicate nella Terza Roma a San Nicola?
«A Mosca, nei miei studi, ho censito ben 31 parrocchie e 16
piccole chiese in istituzioni laiche come università o ospedali». Nel resto della Russia?
«Ci sono oltre 1200 chiese dedicate al nostro santo, oltre a cinquemila cappelle presenti in altri edifici religiosi». Anche Bari ha una chiesa russa dedicata a San Nicola.
«E’ il risultato della guerra russo-turca. La Russia aveva acquistato la basilica di Myra in Turchia, che nella parte superiore ha elementi di architettura tipici degli edifici religiosi moscoviti. I turchi cacciarono i russi che, a loro volta, impiegarono le ingenti risorse che avevano a Myra per acquistare un terreno nel 1911 a Bari. Nel 1913 iniziarono a costruire la struttura che ha anche una chiesa ma aveva come scopo prioritario il rappresentare “una casa del pellegrino” per i russi, che di ritorno da Gerusalemme venivano ad onorare San Nicola nel capoluogo pugliese. La rivoluzione russa poi creò un vero scompiglio giuridico e l’edificio per un periodo è stato diviso tra il patriarcato di Mosca e la chiesa ortodossa russa d’oltrefrontiera, fortemente anticomunista. Ora le due comunità ecclesiastiche si sono riunite».
All’ingresso della Chiesa Russa di Bari c’è una statua di San Nicola con spada sguainata.
«E’ la riproduzione di una statua conservata adesso nella Galleria Tret’jakov: richiama il miracolo nicolaiano della difesa della città di Mozhaisk dai tartari. Una apparizione di San Nicola con la spada in pugno costrinse i nemici ha levare l’assedio e a ritirarsi. Oltre che difensore dei deboli, in Russia è anche il custode delle tradizioni di tante città russe».