Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Cisl, stoccata al governatore «Ora ci aspettiamo di più»
Daniela Fumarola rieletta numero uno del sindacato pugliese
«Per il lavoro la politica deve fare di più: non basta investire a pioggia, ma ci vogliono i risultati». È questo uno dei passaggi importanti della relazione di Daniela Fumarola, numero uno della Cisl di Puglia, che è stata eletta dai delegati al XII congresso.
«In Puglia, opere infrastrutturali necessarie, progettate e mai iniziate, o in ritardo o bloccate a metà, hanno comportato un costo tra i 2,5 e i 3,5 miliardi all’anno. Se fossero state avviate avrebbero comportato l’impiego di circa 35 mila lavoratori edili, riportando il settore ai valori ante crisi 2008. Per il lavoro la politica deve fare di più: non basta investire a pioggia, ma ci vogliono i risultati». È questo uno dei passaggi importanti della relazione di Daniela Fumarola, numero uno della Cisl di Puglia, che è stata eletta dai delegati al XII congresso della Cisl Puglia alla guida del sindacato regionale per i prossimi quattro anni. Un appuntamento contraddistinto dalle difficoltà che viva la Puglia stretta fra un’immagine di «locomotiva» del Sud e una realtà che parla di crisi e mancanza di programmazione.
Segretaria Fumarola, resterà in carica fino al 2021. È difficile fare sindacato quando la crisi non accenna a diminuire?
«Gli anziani e più esperti colleghi non ricordano un periodo così buio. Perciò occorre accelerare e mettere in rete le forze migliori della società. La priorità è creare posti di lavoro».
Ma i soldi ci sono e, riferiti alla vecchia programmazione dei fondi strutturali, sono stati anche spesi.
«Certo, ma mi chiedo se spenderli così non sia controproducente. Soprattutto perché i risultati non parlano di assunzioni e abbattimento dei tassi di disoccupazione. Tra i giovani è un disastro». Da dove ripartire? «Attribuiamo grande importanza ai fondi comunitari 2014/20 per la quale, perciò, auspichiamo un’efficacia maggiore nel creare nuova occupazione e sviluppo, per evitare di rivelarsi fallimentare come la precedente, rispetto alla qualità della spesa, pur essendo sta- ta virtuosa nell’utilizzo. A oggi sono stati attivati bandi e avvisi pubblici utilizzando i fondi Fesr (infrastrutture) e Fse (sociale) per 2,4 su un totale di 7 miliardi». E i patti di sviluppo? «I patti per la città metropolitana di Bari, quello per Taranto, così come il Patto per la Puglia, sono occasioni da non perdere. La Cisl li ha valutati positivamente sin dalla loro firma, poiché hanno spinto Regioni e territori a scegliere le opere cantierabili e a progettare con la consapevolezza di una supervisione continua da parte del Governo».
Qual è l’ambito che le fa venire in mente il problema dello «spreco» di opportunità?
«Sicuramente è la sanità regionale. Va rivisto il Piano di Riordino. La necessità di garantire un’offerta ai cittadini deve produrre salute e non consumare assistenza tenuto conto che dati statistici ci rappresentano un aumento delle patologie croniche oltre che un invecchiamento della popolazione. L’accordo unitario sottoscritto con la Regione Puglia il 12 dicembre scorso attende ancora di essere portato a verifica da parte della Regione stessa».
La Regione. Qual è la valutazione sull’azione amministrativa?
«La giunta guidata da Michele Emiliano sta deludendo. Manca una visione unitaria di sviluppo e la possibilità di confronto produttivo».
Ma Emiliano ha puntato molto sul confronto e sulla partecipazione della società.
«Ho incontrato il governatore al massimo tre volte. Il tutto con grandi promesse e poco confronto. Forse i rallentamenti sono dovuti alla corsa per guidare il Partito Democratico. Ma ora spero che chiusa una parentesi, se ne possa aprire un’altra fatta di lavoro produttivo. Non c’è niente di personale».