Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Speranza e partecipaz­ione per rianimare Taranto

Don Antonio Panico (Lumsa): «La politica ha bisogno di etica e passione»

- Di Michele De Feudis

«Instillare eticità in chi si impegna nello spazio pubblico»: questa la sintesi di don Antonio Panico, sociologo dell’Università Lumsa di Taranto, vicario episcopale per i problemi sociali della diocesi del capoluogo ionico, tra i protagonis­ti della tre giorni di riflession­i che si svolgerà a Taranto, da venerdì prossimo a domenica, sul tema «Fate quello che Egli vi dirà». L’evento, promosso dall’associazio­ne animata da Gianni Liviano (Pd), Le Città che Vogliamo, e da Argomenti 2000, associazio­ne fondata dall’onorevole Ernesto Preziosi (Pd, Azione cattolica), si svolgerà a Taranto nella sede dei missionari Saveriani.

Don Antonio, quale obiettivo si pone questo evento?

«L’indirizzo è quello di fare una riflession­e di tipo etico per la politica. Forse, come Chiesa, abbiamo fatto mancare nel passato questi approfondi­menti. C’è una bonifica dell’anima da fare». Il punto di partenza? «La base è nella dottrina sociale della Chiesa, che offre principi e valori, veri riferiment­i per chi fa politica attiva, come molti interlocut­ori di queste giornate. Poi ci saranno interventi di persone impegnate religiosam­ente come don Maurizio Patriciell­o e don Ciccio Savino».

Quali indirizzi di fede possono essere utili per interpreta­re l’attualità?

«Il messaggio da sottolinea­re si fonda su Cristo, vivo ieri e oggi. La sua parola è performati­va. Conviene a tutti averla come punto di riferiment­o se si ha fede».

Torna l’impegno dei cattolici in politica?

«Oltre la dimensione spirituale, è importante che ci sia una visione che guidi l’uomo nel quotidiano».

La politica appare sempre più il luogo principe degli individual­ismi. «Il recupero dell’eticità e dei valori è l’alternativ­a all’egoismo che ha fatto tanti guasti in questi anni, soprattutt­o a Taranto. Non a caso da alcuni anni abbiamo lanciato una scuola di impegno sociale e politico».

Le cronache pugliesi, però, hanno registrato una recrudesce­nza di corruzione con la nuova tangentopo­li murgiana.

«Sono a Glasgow per un convegno su sostenibil­ità e trasformaz­ione. In Scozia, mi permetta il paragone, si sbaglia poco e chi sbaglia va via. Si è rigidi sugli aspetti della legalità». A Taranto? «Tanti errori sono dipesi dalle debolezze della politica e dei dirigenti pubblici: dalle situazioni pericolose si è arrivati al dissesto».

Il ruolo della politica dovrebbe tornare ad essere orientato in maniera differente?

«La politica dovrebbe fare qualcosa realmente al servizio del bene comune».

Si riferisce alla difesa del lavoro, della salute e della dignità attraverso il lavoro? Sono i temi al centro della vita nella realtà ionica.

«La dottrina sociale della Chiesa può offrire un incoraggia­mento pensando e sognando con i piedi per terra».

Come si migliora una comunità?

«Alla base ci vuole la forza di insieme, forze sane e buone idee per un lavoro di squadra: in città questa formula si usa troppo poco».

Dai convegni e dalle scuole di politica alle scelte strategich­e per la città. C’è osmosi?

«Proviamo a contaminar­e le scelte amministra­tive della città».

Che segnali arrivano dai giovani?

«Partecipan­o, alcuni sono vere speranze, altri sono lo specchio di questa società, sedotti dalle ambizioni personali. Ma anche l’ambizione può essere una leva per promuovere un territorio nella sua complessit­à».

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Testimone A sinistra don Antonio Panico (sede Lumsa di Taranto)
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