Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Emiliano premia i fedelissimi
Con Mazzarano allo Sviluppo economico lanciato un forte segnale a Taranto
Il tempo delle indiscrezioni è finito. Il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha ufficializzato ieri la nomina dei nuovi assessori della sua giunta: dentro Filippo Caracciolo (Ambiente), Alfonsino Pisicchio (Urbanistica), Michele Mazzarano (Sviluppo economico). Ad Anna Maria Curcuruto va la delega ai Lavori pubblici.
Un rimpasto che premia Taranto, spacchetta le deleghe dell’ex super assessorato di Giovanni Giannini, riconosce un assessorato all’area di Alfonsino Pisicchio (ago della bilancia con il suo gruppo al Comune di Bari): la nuova giunta ufficializzata dal governatore Michele Emiliano mostra come la rotta sia stata dettata dalla ridefinizione di equilibri territoriali e dalla necessità di premiare i quadri dirigenti che hanno contribuito alla costruzione della corrente dem Fronte Democratico.
La delega all’Ambiente, settore cruciale per Emiliano, dopo le dimissioni di Domenico Santorsola (Noi a Sinistra), è andata al consigliere pd Filippo Caracciolo, pasdaran progovernatore nel Nord Barese nell’ultima campagna congressuale; la delega ai Lavori pubblici all’assessore Anna Maria Curcuruto, mentre i Trasporti rientreranno tra le competenze del vicepresidente Antonio Nunziante (i due settori erano appannaggio di Giannini); ad Alfonsino Pisicchio l’Urbanistica (prima seguita dalla Curcuruto). A Michele Mazzarano, espressione del Pd ionico, è stata assegnata la strategica delega allo Sviluppo economico, segnale di attenzione per la comunità tarantina alle prese con il dossier Ilva e con possibile crisi occupazionali, mentre all’assessore Loredana Capone restano le deleghe per Cultura e turismo. Fuori dal governo regionale resta Articolo 1 Mdp, che aveva caldeggiato l’ingresso in giunta di Pino Romano. Duro il commento di Ernesto Abaterusso, capogruppo regionale del movimento che riunisce bersaniani e dalemiani: «Emiliano ha perso un’occasione. Nella composizione della giunta non si tiene conto di quanto accaduto nella maggioranza con la nascita di un nuovo gruppo politico, MdP, e l’indebolimento di altri, il Pd, che paradossalmente però incrementano il loro peso in giunta». «Sposteremo il confronto sulle cose da fare, sull’azione di governo, sul rapporto con i pugliesi», ha concluso il leader Mdp.
Emiliano, che ha smentito contatti con Massimo D’Alema in merito alla nuova giunta, ha difeso la ratio delle sue scelte: «La nostra è una squadra dove si può cambiare ruolo ma si continua a giocare per la stessa finalità, che è l’interesse del popolo pugliese». L’orientamento assunto per il rimpasto fotografa la volontà di non discostarsi dal «mandato politico determinato dal voto degli elettori alle regionali», mentre il rapporto con Mdp sarà per il governatore segnato sempre da «lealtà e collaborazione».
L’alleggerimento delle deleghe dell’assessore Loredana Capone, invece, rientra in un percorso nel quale Emiliano ha scelto di rinforzare la squadra, soprattutto in vista di un potenziale nuovo impegno romano per l’esponente salentino (in pole essere in lista alle prossime politiche nel 2018). Intanto si è tenuta già la prima giunta, nella quale è stato rivolto un ringraziamento agli uscenti Santorsola e Giannini per «l’impegno profuso e per lo stile».
Il rimpasto è stato salutato con una nota polemica dal capogruppo di Forza Italia, Andrea Caroppo: «La soap opera sembra finita. Il nuovo organigramma certifica quanto la giunta Emiliano sia assolutamente ferma e non abbia prodotto alcun significativo risultato per i pugliesi. La Sanità è l’unica delega che andava affidata a qualcuno con più tempo e, forse, più competenze specifiche per gestirla. Invece, il presidente se la tiene stretta, sottovalutando la portata del problema sanitario che rischia di diventare enorme». Di maggioranza in fibrillazione ha parlato invece Ignazio Zullo, capogruppo di Direzione Italia. Il Consiglio regionale di ieri, infine, non ha approvato alcun provvedimento, essendo mancato il numero legale due volte nel corso della seduta. All’ordine del giorno c’era la modifica della Legge sulla Via, ma l’assemblea si è sciolta sul voto finale della proposta di legge.
Michele Emiliano Si può cambiare ruolo, ma si gioca per lo stesso fine