Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
SE I RENDERING NON BASTANO
Quello che scorre sotto gli occhi di chi ci passa è un girone infernale. A sud di Bari. Sul mare, auto affastellate sugli scogli, ingruppate in piazzole come su una bisarca, sporcizia dappertutto, buste di monnezza, lattine, bottiglie di plastica a fare compagnia a coraggiosi bagnanti che occupano quegli scogli dal primo mattino. Spesso nel cuore della stagione vengono allestiti veri e propri accampamenti in piedi anche durante la notte per non perdere il posto in prima fila. Alghe marcite spargono nell’aria miasmi insostenibili se non per gli stoici occupatori di scogli scivolosi. Fermate di autobus con persone stravolte dal caldo, o dal freddo in inverno, che aspettano. Senza protezione di alcun tipo. Per tutti meglio non guardare dall’altra parte dell’asfalto. Capannoni crollati o smaniosi di farlo; vecchi lupanari mille volte chiusi dai sindaci in favore di telecamere, quasi un rituale ogni paio di anni, e puntualmente riaperti di sera a telecamere spente; ruderi di ogni tipo, vecchie villette dalle finestre affumicate per via dei fuochi che vengono accesi in inverno per riscaldare l’umanità vagante che lì dentro cerca rifugio; accampamenti di nomadi dediti alla bruciatura all’aria aperta di copertoni e materiale da cui ricavare rame, tossici quanto mai; chilometri di fili spinati reti arrugginite macerie ed immondizie di ogni natura; qua e là qualche casa ancora abitata da persone che vivono sotto l’assedio feroce di un degrado che sembra inarrestabile.
Benvenuti al waterfront sud di Bari. Immobile da tanti anni, dopo le benemerite idee di costruire le spiagge di Pane e pomodoro e Torre quetta. Idee vecchie di almeno quattro o cinque amministrazioni, tanto per dire. Ora? Ora è una terra che sembra la materializzazione degli incubi di un leghista dopo una cena a base di wurstel canederli e tanta tanta birra. Sembra quasi di sentire il rumore delle ruspe che fa da colonna sonora a quegli incubi. Un rumore che avrebbe il suono della liberazione, se solo potessimo ascoltarlo domani. Perché si certo, i rendering di architetti e società di costruzioni, degli assessorati e dei creativi sono affascinanti, non c’è che dire. Le fantastiche piattaforme sul mare, i progetti edilizi, il verde immaginato e tutto il resto ma oggi, stasera, quell‘incubo metropolitano si animerà come sempre di ombre. Spacciatori, bande di teppisti, ragazzini ubriachi, maniaci, prostitute. Certo, tutto questo è già scomparso nei rendering. La domanda su quanto ci vorrà per realizzarli viene accolta da chiunque con un sorriso rassegnato. Allora, almeno, potreste passare con le ruspe e ripulire tutto, qui e subito? Una spianata pulita e senza pericoli sarà sempre mille volte meglio di un quotidiano girone degli orrori.