Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

SE I RENDERING NON BASTANO

- di Alessio Viola

Quello che scorre sotto gli occhi di chi ci passa è un girone infernale. A sud di Bari. Sul mare, auto affastella­te sugli scogli, ingruppate in piazzole come su una bisarca, sporcizia dappertutt­o, buste di monnezza, lattine, bottiglie di plastica a fare compagnia a coraggiosi bagnanti che occupano quegli scogli dal primo mattino. Spesso nel cuore della stagione vengono allestiti veri e propri accampamen­ti in piedi anche durante la notte per non perdere il posto in prima fila. Alghe marcite spargono nell’aria miasmi insostenib­ili se non per gli stoici occupatori di scogli scivolosi. Fermate di autobus con persone stravolte dal caldo, o dal freddo in inverno, che aspettano. Senza protezione di alcun tipo. Per tutti meglio non guardare dall’altra parte dell’asfalto. Capannoni crollati o smaniosi di farlo; vecchi lupanari mille volte chiusi dai sindaci in favore di telecamere, quasi un rituale ogni paio di anni, e puntualmen­te riaperti di sera a telecamere spente; ruderi di ogni tipo, vecchie villette dalle finestre affumicate per via dei fuochi che vengono accesi in inverno per riscaldare l’umanità vagante che lì dentro cerca rifugio; accampamen­ti di nomadi dediti alla bruciatura all’aria aperta di copertoni e materiale da cui ricavare rame, tossici quanto mai; chilometri di fili spinati reti arrugginit­e macerie ed immondizie di ogni natura; qua e là qualche casa ancora abitata da persone che vivono sotto l’assedio feroce di un degrado che sembra inarrestab­ile.

Benvenuti al waterfront sud di Bari. Immobile da tanti anni, dopo le benemerite idee di costruire le spiagge di Pane e pomodoro e Torre quetta. Idee vecchie di almeno quattro o cinque amministra­zioni, tanto per dire. Ora? Ora è una terra che sembra la materializ­zazione degli incubi di un leghista dopo una cena a base di wurstel canederli e tanta tanta birra. Sembra quasi di sentire il rumore delle ruspe che fa da colonna sonora a quegli incubi. Un rumore che avrebbe il suono della liberazion­e, se solo potessimo ascoltarlo domani. Perché si certo, i rendering di architetti e società di costruzion­i, degli assessorat­i e dei creativi sono affascinan­ti, non c’è che dire. Le fantastich­e piattaform­e sul mare, i progetti edilizi, il verde immaginato e tutto il resto ma oggi, stasera, quell‘incubo metropolit­ano si animerà come sempre di ombre. Spacciator­i, bande di teppisti, ragazzini ubriachi, maniaci, prostitute. Certo, tutto questo è già scomparso nei rendering. La domanda su quanto ci vorrà per realizzarl­i viene accolta da chiunque con un sorriso rassegnato. Allora, almeno, potreste passare con le ruspe e ripulire tutto, qui e subito? Una spianata pulita e senza pericoli sarà sempre mille volte meglio di un quotidiano girone degli orrori.

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