Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«È pentito». Ma resta in silenzio
Chiesta una perizia psichiatrica per il ragazzo che ha ammesso di aver ucciso Noemi
Davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia il ragazzo che ha confessato di aver ucciso Noemi ha taciuto. Nessun chiarimento sul ruolo del padre. Il suo avvocato: «E’ molto pentito».
Ha parlato ai carabinieri confessando il delitto, è rimasto in silenzio dinanzi al gip senza aggiungere quindi nulla all’ultima versione fornita. Lucio, 17 anni, il ragazzo che ha ammesso di aver ucciso la fidanzata Noemi Durini, 16 anni, scomparsa all’alba del 3 settembre a Specchia, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’udienza di convalida del fermo a cui è stato sottoposto per omicidio.
Il ragazzo si trova in una casa protetta della provincia di Lecce, ma ieri è comparso dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minorenni Ada Colluto nel carcere minorile di Monteroni. Gli inquirenti speravano potesse aggiungere particolari importanti, qualcosa in grado di fare chiarezza sui punti oscuri della vicenda. Ma così non è stato. Il 17enne ha preferito non parlare ritenendo di aver già detto tutto. «È un momento molto difficile, Lucio è molto pentito e molto segnato», dice uno dei suoi avvocati, Luigi Rella. Il legale, insieme all’altro difensore, Paolo Pepe, ha annunciato l’intenzione di chiedere la perizia psichiatrica sul 17enne per verificare la sua capacità di intendere e di volere.
Il ragazzo nel giorno del fermo, all’uscita della caserma dei carabinieri dove ha confessato l’omicidio, ha mostrato un atteggiamento di sfida irridendo la gente assiepata all’esterno. E per questo ha rischiato il linciaggio, evitato dall’intervento dei carabinieri. Adesso - secondo quanto riferito dal collegio difensivo - il 17enne, che avrebbe manifestato l’intenzione di continuare a studiare, è pentito. «Sta male e ha bisogno di essere curato», ribadiscono i legali. L’udienza, a cui ha partecipato anche il pm Anna Carbonara, è durata circa un’ora e mezza. Gli avvocati si sono opposti alla convalida, la decisione del giudice è attesa per le prossime ore.
Intanto, le indagini vanno avanti. Gli inquirenti seguono una pista ben precisa e hanno in gran parte ricostruito le fasi di un delitto feroce, compiuto al termine di una relazione tormentata, scandita da botte e minacce. Restano però alcuni aspetti poco chiari. A cominciare dal ruolo del padre dell’assassino, un uomo di 41 anni indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere.
Nel decreto di fermo emesso a carico del 17enne il pubblico ministero contesta l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla crudeltà. Dalle indagini è emerso che il ragazzo sarebbe passato a prendere Noemi con l’auto di famiglia alle 4,51 e l’avrebbe uccisa nelle campagne di Castrignano del Capo, non molto distante da Santa Maria di Leuca. In un primo momento gli inquirenti sembravano propensi a credere che la sedicenne fosse stata uccisa a colpi di pietra, ma gli accertamenti radiologici hanno consentito di escludere lesioni alla testa mentre da un esame sul cadavere sono venuti fuori segni riconducibili a tagli sul collo. Sembra quindi trovare conferma, sulle modalità dell’omicidio, la versione del 17enne. Il quale ha dichiarato di aver assassinato Noemi a coltellate. Un frammento di verità in un fiume di dichiarazioni che in queste ore vengono valutate e pesate con estrema attenzione dai carabinieri. L’arma non è stata ancora trovata, l’assassino non è stato in grado di indicare con precisione il luogo in cui se ne è disfatto. Altri particolari, che potrebbero rivelarsi decisivi nella ricostruzione di quell’alba di morte che ha macchiato il Salento, arriveranno presumibilmente dall’autopsia. L’esame sarà eseguito martedì mattina dal medico legale Roberto Vaglio. Successivamente saranno celebrati i funerali: il Comune di Specchia ha confermato la volontà di pagare le esequie e di realizzare un piccolo giardino con un monumento da intitolare alla ragazza. La famiglia della vittima ha dato l’assenso, chiedendo però che i funerali non si trasformino in uno show.