Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’inutile bel gioco del Bari di Grosso
Contro il Frosinone terza sconfitta consecutiva. Otto gol subiti nelle ultime tre gare
Il Frosinone ha battuto il Bari 3-2, sul neutro di Avellino. Come contro l’Empoli, al Bari non basta segnare due gol per ottenere tre punti. E nemmeno uno. Con il Frosinone, infatti, la squadra di Grosso cede 3-2, sciorina buon gioco e occasioni, ma subisce gol praticamente ogni volta che gli avversari si avvicinano a Micai. Il resto sono incertezze, sfortuna, autoreti.
Come contro l’Empoli, al Bari non basta segnare due gol per ottenere tre punti. E nemmeno uno. Con il Frosinone, infatti, la squadra di Grosso cede 3-2, sciorina buon gioco e tante occasioni, ma subisce gol praticamente ogni volta che gli avversari si avvicinano a Micai. Incertezze difensive ma anche episodi clamorosamente sfortunati. Se poi, come per l’autogol di Cassani, che apre le danze, e per la papera di Micai che vale il 2-2 frusinate, imperizia e iella si mettono insieme, la frittata è fatta.
Bari penalizzato dagli episodi, dunque, e nel calcio questi valgono quanto il bel gioco e la buona idea di squadra. Forse hanno un peso specifico anche maggiore. Dell’autorete impietosamente goffa e beffarda di Cassani si è detto, alla presa stranamente inefficace di Micai, che in fin dei conti assiste Ciofani, si è fatto riferimento. Manca all’appello la rete del 3-2: tiro di Ciano respinto male ancora da Micai, secondo tentativo di Ciofani sporcato da Gyomber. Per Sammarco è un gioco da ragazzi gonfiare la porta sguarnita.
E pensare che il Bari aveva dato dimostrazione di grande carattere e personalità. Dopo lo svantaggio iniziale, lo scatenato Improta aveva capovolto il match: prima finalizzando un sontuoso assist di Floro Flores; poi coronando con un calcio di rigore vincente il contropiede orchestrato da Brienza e il fallo subìto da Tello.
E pensare che la rete del pareggio ciociaro non aveva fatto scemare le certezze biancorosse. Brienza, Floro Flores e Busellato nel primo tempo, Cissè nel secondo, avevano messo in evidenza i riflessi felini di Bardi, portiere del Frosinone. «Il risultato non rispecchia l’andamento del gioco – ha detto Grosso a fine partita – hanno deciso gli episodi, dobbiamo essere bravi a migliorare in questi frangenti. Quando c’era da soffrire abbiamo sofferto, se c’era da giocare abbiamo giocato. Gli episodi iniziali avrebbero abbattuto un toro, invece ne siamo usciti. Il motivo di questi episodi? Bari è una piazza ambiziosa ma veniamo da annate difficoltose e forse paghiamo un pizzico di timore e di paura. Non è facile ricostruire, abbiamo cambiato tanto, ma abbiamo i giocatori per essere protagonisti. Servono fiducia e coraggio».
Serviva senz’altro coraggio per provare qualcosa di nuovo, cosa che Grosso ha fatto: difesa praticamente a tre con Marrone alla Bonucci, Gyomber e l’esordiente Cassani ai suoi lati; centrocampo a cinque, con Busellato al posto di Salzano e Improta a destra e qualche metro più indietro della consuetudine. Infine Brienza e Floro Flores davanti. Quasi un 3-5-2, di certo un modulo più prudente, nel complesso anche convincente, salvo nella scelta di qualche interprete. Non ha pagato, a conti fatti, la scelta di Cassani, incerto in più circostanze, non solo per l’autogol.
E ora, con tre sconfitte consecutive sul groppone e otto reti subite nelle ultime tre partite, c’è da correre ai ripari. Il fattore San Nicola potrebbe aiutare: martedì e sabato sono previsti due impegni interni con Cremonese e Ternana. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico.