Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«La scuola è sacra» Sprone di Mattarella dalle aule risorte
TARANTO Lo sventolio delle bandierine e i berretti colorati sulla testa dei ragazzini, arrivati da tutta Italia, fanno diventare un lago tricolore il cortile in brecciolino che si trova alle spalle della scuola «Giovanni Falcone» di Taranto. Tutt’attorno, muti e grigi, si innalzano i palazzoni anonimi del quartiere operaio di Paolo VI. Qualche bandiera è stata issata anche sui balconi, non molte in verità: le prestazioni della nazionale di calcio riescono a motivare molto di più. Eppure in basso - con i corazzieri immobili, i rappresentanti delle scuole di ogni regione d’Italia e la valente orchestra dei Conservatori di Puglia - c’è il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, con sapiente atto politico, ha deciso di inaugurare l’anno scolastico a Taranto. Una città che si dibatte da anni in una crisi senza precedenti, identitaria prima che sociale. Ma ai tarantini la presenza del presidente non basta. Per lo meno non è sufficiente alle varie decine di persone che scandiscono «Taranto Libera» quando Mattarella, dopo la cerimonia, lascia la scuola per tornare a Roma.
È l’unico momento, breve e contenuto, che scuote il cerimoniale festoso e anche un po’ felpato della giornata di Mattarella a Taranto. L’inaugurazione è gradevole. I ritmi sono scanditi dalla diretta tv su Rai 1: musica, interviste ed esibizioni delle scuole rendono piacevoli le due ore della cerimonia.
In questa città si riflettono le complessità legate allo sviluppo del Paese
Quando si danneggia una scuola viene ferita l’intera comunità nazionale
È un sollievo sapere che Taranto si è mobilitata per esprimere la sua condanna