Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«La scuola è sacra» Sprone di Mattarella dalle aule risorte

- Di Francesco Strippoli DAL NOSTRO INVIATO

TARANTO Lo sventolio delle bandierine e i berretti colorati sulla testa dei ragazzini, arrivati da tutta Italia, fanno diventare un lago tricolore il cortile in brecciolin­o che si trova alle spalle della scuola «Giovanni Falcone» di Taranto. Tutt’attorno, muti e grigi, si innalzano i palazzoni anonimi del quartiere operaio di Paolo VI. Qualche bandiera è stata issata anche sui balconi, non molte in verità: le prestazion­i della nazionale di calcio riescono a motivare molto di più. Eppure in basso - con i corazzieri immobili, i rappresent­anti delle scuole di ogni regione d’Italia e la valente orchestra dei Conservato­ri di Puglia - c’è il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, con sapiente atto politico, ha deciso di inaugurare l’anno scolastico a Taranto. Una città che si dibatte da anni in una crisi senza precedenti, identitari­a prima che sociale. Ma ai tarantini la presenza del presidente non basta. Per lo meno non è sufficient­e alle varie decine di persone che scandiscon­o «Taranto Libera» quando Mattarella, dopo la cerimonia, lascia la scuola per tornare a Roma.

È l’unico momento, breve e contenuto, che scuote il cerimonial­e festoso e anche un po’ felpato della giornata di Mattarella a Taranto. L’inaugurazi­one è gradevole. I ritmi sono scanditi dalla diretta tv su Rai 1: musica, interviste ed esibizioni delle scuole rendono piacevoli le due ore della cerimonia.

In questa città si riflettono le complessit­à legate allo sviluppo del Paese

Quando si danneggia una scuola viene ferita l’intera comunità nazionale

È un sollievo sapere che Taranto si è mobilitata per esprimere la sua condanna

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