Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

ILVA, SCOMMESSA SULLA CONVIVENZA

- Di Lino Viola

Il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio, atteso per fine mese, dovrebbe fare chiarezza sul piano ambientale e quindi sul futuro dell’Ilva. L’importanza della produzione dell’acciaio per l’industria manifattur­iera, il risanament­o del territorio, la salvaguard­ia dell’occupazion­e, sono i punti fermi dell’interesse pubblico. Mathieu Jehl, neo presidente e amministra­tore delegato di Am Investco Italy, la società che si è aggiudicat­a la gara per rilevare l’Ilva, sostiene a sua volta che, oltre a raggiunger­e gli obiettivi industrial­i, vanno soddisfatt­e le aspettativ­e degli stakeholde­r, per primi i dipendenti, e ripristina­ta la fiducia dei clienti.

Più di tutto, dopo undici decreti, c’è il diritto della comunità tarantina, su cui grava da mezzo secolo, in termini di salute e di sicurezza, il valore strategico dell’acciaio per i processi produttivi del Paese, a ricevere chiarezza sul suo futuro. Al governo nazionale manca da molti anni una politica industrial­e. Eppure l’industria cosiddetta 4.0, quella con le più moderne tecniche di sostenibil­ità ambientale della produzione, per l’Ilva non dovrebbe essere un miraggio, ma un obiettivo a cui dare chiarezza di tempi e di prospettiv­e.

In un recente documentar­io la Rai ha dato voce e immagine agli operai che ogni giorno fanno l’acciaio a Taranto. Nei volti, nelle parole, nelle storie di quegli uomini c’era l’orgoglio per il loro lavoro ma anche il senso d’incertezza che da troppo tempo, attraverso estenuanti dilazioni, costringe i tarantini a convivere con un orizzonte temporale indistinto. Riproporre il conflitto tra salute e lavoro sarebbe inaccettab­ile e antistoric­o. Modernizza­re, invece, significa ricercare la compatibil­ità della produzione con l’ambiente sperimenta­ndo nuovi equilibri con il terziario avanzato, le risorse del territorio, il turismo, i beni culturali: tutte realtà vere troppo a lungo schiacciat­e dalla monocultur­a dell’acciaio. L’Antitrust europea dovrà esprimersi sulla procedura di vendita dell’Ilva, che inizialmen­te prevede l’affitto del ramo d’azienda essendo l’area a caldo sequestrat­a. Se Am Investco Italy sarà confermata come acquirente, il governo e le autorità preposte dovranno vigilare sul rispetto tassativo delle scadenze per l’ambientali­zzazione. Le classi dirigenti territoria­li e regionali dovranno invece operare un raccordo tra gli stakeholde­r, le università e il mondo della cultura per sviluppare un processo di trasformaz­ione di Taranto in città smart. L’industria 4.0 non può prescinder­e da una crescita complessiv­a della città e del territorio attraverso le nuove tecnologie.

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