Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Auditorium e Rota ricchezze ritrovate

Per riannodare i fili di una storia che ci riguarda, come pugliesi e come italiani

- di Fabrizio Versienti

d’Adamo ed Eva, andato in scena nell’ottobre del 1957 a Perugia (con una esordiente, giovanissi­ma Carla Fracci protagonis­ta) e poi mai più eseguita e andata parzialmen­te perduta, ha richiesto un grosso lavoro di ricostruzi­one della partitura per arrivare a quella che si può considerar­e a giusto titolo una nuova «prima». E ne valeva la pena, perché si tratta di una musica raffinatis­sima, che utilizza tutti i colori dell’orchestra per dipingere una tela sempre cangiante, di stampo neoromanti­co (e vagamente debussiano) nell’epoca delle dissonanze.

Questo era il Rota compositor­e «puro», a cui ha fatto seguito il Rota delle musiche per il cinema con la suite dal balletto La strada, costruita con gli splendidi brani scritti per l’omonimo film di Fellini e presentata per la prima volta in teatro alla Scala nel 1966, protagonis­ta nei panni di Gelsomina una Carla Fracci ormai nel pieno della sua grandezza artistica. Bisogna dire che la musica per il cinema di Rota reca più di ogni altra sua opera il segno di una personalit­à fortissima. Rota fu il precursore di tutti i neotonali di fine secolo, forse il più grande. Le visioni di Fellini gli regalavano un mondo magico da animare, e qui il suo estro si esaltava. Oggi, tornare a suonare (tutta) la sua musica vuol dire riannodare i fili di un passato che ci riguarda, come italiani e come pugliesi.

L’Auditorium che porta il suo nome non ha una lunga vita alle spalle. Grossomodo, una decina d’anni (dal 1981 al 1991) nei quali partecipò a una grande stagione di vitalità musicale e culturale della città, mai più ripetuta. La sua riapertura ci fa sperare che finalmente si possa tornare a progettare e realizzare grandi imprese culturali a Bari e in Puglia; per l’Auditorium sarà l’occasione di cominciare a scrivere davvero la (propria) storia.

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Album Dal basso in alto, la sala vuota; il sindaco Decaro con la madrina della serata Carla Fracci, la presidente del Conservato­rio Marida Dentamaro e il direttore Gianpaolo Schiavo; si suona, finalmente. Nel riquadro a sinistra, Nino Rota (1911-1979)

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