Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Gol e progressi ma due difese che fanno paura
Una vittoria istruttiva, un pareggio indicativo. I risultati abbordati contro Ternana e Brescia rendono più leggibili le prospettive di Bari e Foggia in una serie B che ancora non esprime valori chiarissimi. Il largo successo dei biancorossi fa poco testo, se il parametro di riferimento è la forza degli avversari. Scadenti gli umbri, messi male in campo e condizionati da ciclopici limiti individuali. Ma Grosso ha definitivamente scoperto di avere, tra le seconde linee, pedine al momento migliori dei (presunti) titolari. L’impatto fisico di Cissé, abbinato al suo senso del gol, non trova riscontro nelle varie alternative di nome (Nené, Floro Flores). Iocolano sintetizza le funzioni del guastatore utile allo sviluppo dei movimenti di squadra. Improta, ormai, è una garanzia sia in fase costruttiva che realizzativa. La loro consistenza dinamica, che si traduce in costanza di rendimento, inizia a rappresentare una certezza per il Bari. Un po’ come le esitazioni difensive al centro della propria area di rigore, talmente marchiane da rendere pleonastici i molti correttivi già adottati. Giocare a tre o a quattro non cambia, se in marcatura si concedono spazi spropositati (la clamorosa traversa di Defendi) o si commettono monumentali ingenuità (l’intervento di Capradossi su Albadoro per il rigore poi sbagliato dallo stesso attaccante). Analogo difetto caratterizza - anzi, penalizza - le prestazioni del Foggia. In sei partite di campionato i rossoneri hanno sempre preso gol. Ma le trasferte di Carpi (martedì) e Brescia (ieri) hanno detto pure che, nella raffinata organizzazione di Stroppa, il sangue è finalmente entrato in circolo. La formazione spavalda ma fragilissima di Pescara e/o Avellino appartiene già all’album dei ricordi. A dimostrazione che dagli errori s’impara.