Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’ottimismo di Delrio sulle bonifiche dell’Ilva «Sei anni non sono molti»
Il ministro in visita a Taranto: «Compiuti enormi passi avanti»
«Il governo Renzi prima e ora il governo Gentiloni hanno investito molto su Taranto. Sei anni per il completamento del piano non sono troppi». Lo ha detto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che ieri si trovava a Taranto.
Ottimista sull’Ilva e sul percorso di bonifica necessario nell’area dello stabilimento e in città, impegnato sull’immediato futuro del terminal del molo polisettoriale di Taranto, possibilista sull’istituzione di una Zes (Zone economiche speciali) interregionale Taranto-Matera. Si è presentato così ieri a Taranto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Due gli appuntamenti del ministro in città: il Convegno nazionale dei Propeller Clubs sul tema «Le nuove sfide del Mediterraneo. Le Autorità di Sistema Portuale ad un anno dall’entrata in vigore della Legge di riforma» e, nel pomeriggio, l’inaugurazione della strada dei moli nel porto ionico.
«Siamo soddisfatti di questo piano ambientale. Il governo Renzi prima e ora il governo Gentiloni hanno investito molto su Taranto, sulla ripresa dell’Ilva per dare opportunità di sviluppo e di lavoro a questa area così importante e soprattutto in piena sostenibilità ambientale» e «sei anni per il completamento del piano non sono troppi, si tratta di lavori molto impegnativi che hanno una loro durata” ha detto il ministro commentando l’approvazione del piano ambientale per l’Ilva. “Vediamo i passi enormi compiuti. Ricordo quando ero sottosegretario la difficoltà ad avere i finanziamenti per questo piano di risanamento. Oggi abbiamo a disposizione molte risorse: significa più lavoro, significa più sicurezza, significa più sostenibilità e meno inquinamento. Quindi adesso è ora di rimboccarsi le maniche e di lavorare, ma è chiaro che questi sono lavori molto impegnativi, che hanno una loro durata». Secondo Delrio si tratta di «un altro tassello importante che si aggiunge ai grandi progressi che ha fatto il porto, che aveva quasi 400 milioni di lavori bloccati nel 2014 e che adesso sta completando quasi tutti i suoi lavori e riprenderà competitività. Siamo molto felici che dopo il Museo e dopo il porto, anche la parte industriale avvii la sua attività in maniera più intensa».
Sul futuro del terminal di Taranto, secondo Delrio “ci sono molti contatti con aziende interessate a gestire il terminal del molo polisettoriale di Taranto, ma le aziende hanno bisogno della qualità delle infrastrutture». E la strada dei moli, inaugurata ieri, è la terza infrastruttura che si completa dopo la piattaforma logistica e la banchina ammodernata del molo polisettoriale, dove operava Evergreen attraverso la Taranto container terminal (Tct), ora in liquidazione. «È evidente - ha aggiunto il ministro - che migliorando questa qualità, la piattaforma logistica, i moli, la strada, i dragaggi, le banchine, l’accoglienza per le crociere, l’offerta può incrociare molto più facilmente la domanda. Continuando a lavorare e a sviluppare gli investimenti abbiamo certamente una potenzialità maggiore. «Noi - ha spiegato Delrio - abbiamo parlato dei nostri porti in tutte le nostre missioni. Il nostro è un lavoro per il sistema. È chiaro che ora confidiamo che alcuni contatti che sono in corso possano concretizzarsi». Infine, le Zes. “Le Zone economiche speciali, come sottolineato dal presidente dell’Autorità portuale di sistema dell’Adriatico Patroni Griffi, devono essere viste e pensate come un’occasione di sviluppo. Il governo ha voluto promuoverle ma non si può pensare di moltiplicarne dieci in ogni regione. Devono essere collegate a infrastrutture come i porti, ad esempio ha detto Delrio. Quanto all’ipotesi di Zes interregionale TarantoMatera, l’esponente del governo ha detto che «sembra un’ottima idea e pensiamo che Matera possa arrivare a fare decine di migliaia di visitatori in più nei prossimi anni».
Il governo «Il nostro esecutivo ha investito molto sul capoluogo ionico» Il porto Secondo il ministro, anche il porto sta riprendendo competitività Adesso abbiamo a disposizione molte più risorse, è l’ora di rimboccarsi le maniche