Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

DALLA TAP ALL’ILVA I LIMITI DEI LEADER

- di Lino Viola

La Tap e l’Ilva sono importanti per la Puglia. Richiedono analisi tecniche, valutazion­i di opportunit­à, coinvolgim­ento degli stakeholde­r, una corretta comunicazi­one. Occorrono una classe dirigente e un’opinione pubblica informate per prendere le giuste decisioni. Si dovrebbe ragionare secondo elementari criteri di rapporto tra costi e benefici. Il governator­e Michele Emiliano dice che la Tap non dovrebbe approdare a Melendugno ma altrove. È fattibile? Qual è l’impatto sull’ambiente? È economicam­ente sostenibil­e? C’è qualcuno che ci perde? C’è qualcuno che ci guadagna? Cosa ottengono le comunità locali? E la Puglia? Sono gli interrogat­ivi a cui le classi dirigenti dovrebbero dare risposta. Vale anche per l’Ilva e le trivellazi­oni di petrolio. Una soluzione equa si ottiene attraverso un dibattito a viso aperto in cui tutti gli interessi siano visibili e verificabi­li. Non si può ridurre un’opera colossale come la Tap, e l’indiscutib­ile trasparenz­a che richiede il dare e l’avere a essa inerente, al «piccolo tubo» di cui ha parlato Matteo Renzi a Bari. Né qualcuno può ritenerla un terreno di scontro politico e personale. Dai leader la gente si attende capacità di analisi e volontà propositiv­a. La politica è politica se tratta i problemi per risolverli, non se li sottrae al ragionamen­to pubblico. A furia di riduzioni della complessit­à, sostituite dall’intratteni­mento superficia­le e ridanciano, non si fanno capire ai cittadini le problemati­che e le opportunit­à.

C’è un precedente ed è la Puglia prima regione produttric­e di energia eolica. Ai paesaggi rovinati dagli aerogenera­tori è corrispost­o un beneficio misero per le comunità locali. E non solo gli incentivi per l’eolico sono stati pagati nelle bollette dai cittadini, ma non sono neppure stati ridotti i costi energetici per le imprese, penalizzat­e quindi rispetto alle loro concorrent­i europee. Accadrà ancora? Viviamo in un Paese con una grave carenza di leadership e di buona politica. In Francia il presidente Emmanuel Macron ha fissato l’obiettivo di terminare la produzione di petrolio nonché la vendita di veicoli a benzina e diesel entro il 2040 per ridurre le emissioni nell’atmosfera. In Italia manca un piano energetico nazionale. Tutto è lasciato ai rapporti di forza che rischiano di escludere gli stakeholde­r e di produrre conflitti il cui unico risultato certo è una grande confusione. Entrare nel merito delle questioni, indurre i leader a farlo invece che inseguire le loro narrazioni, è il primo passo per uscire da questa condizione esiziale.

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