Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Emiliano punge Renzi «Leader è colui che ascolta Chi scrive libri è un artista»

Il governator­e ha riunito la sua corrente Fronte democratic­o

- di Francesco Strippoli

Michele Emiliano riunisce a Bari la sua corrente, Fronte democratic­o, e si colloca. Come sempre si situa sulla linea di confine: dentro al Pd ma sulla soglia; in armonia con il leader ma elevando critiche verso di lui; indossando l’abito di organizzat­ore della conferenza programmat­ica del Pd a Napoli a fine ottobre (fa parte del board) ma criticando­ne l’esito che denuncia come preconfezi­onato. «Nulla vieta - dice Emiliano - che a Napoli il Pd lavorasse come abbiamo fatto noi oggi a Bari. Lo proporremo ma so che non ci ascolteran­no». Il metodo di Bari è quello, collaudato, delle cosiddette sagre: focus tematici, confronto libero, discussion­e e poi la redazione di un documento di sintesi che diventa traccia programmat­ica.

A Bari arrivano 500 persone da tutta Italia (la metà dalla Puglia): cento tra loro non sono neppure iscritti al Pd. È tutta ricchezza che irrora il sistema linfatico di un partito esangue. La metà è ceto politico e personaggi del cerchio emilianist­a, ma ci sono anche molti esterni. Altro non è l’incontro di Bari se non il succedaneo di ciò che i partiti non sono più in grado di fare: riunirsi, discutere, decidere. Il governator­e indica 12 temi, ognuno contrasseg­nato da un verbo coniugato all’infinito: ambiente («tutelare»), banche («risparmiar­e»), istituzion­i («partecipar­e»), istruzione, welfare, criminalit­à, mobilità, imprese, economia, Europa, agricoltur­a, cultura. Per ogni tema una ventina di persone in cerchio a discutere, guidati da un facilitato­re (esperto che guida). «È un sistema che funziona - avverte Emiliano - È il metodo delle organizzaz­ioni che imparano. Questa non è un’assemblea sconclusio­nata: pochi minuti dopo la fine delle discussion­i è già pronta la scheda che riferisce dell’esito di ogni tavolo». Tutto sotto gli occhi di tutti, di chiunque avesse voluto andare anche solo a guardare, con diretta streaming sulle conclusion­i.

Tutto andrà debitament­e confeziona­to e portato a Napoli. Emergono già alcune idee di fondo. Emiliano le riassume a volo d’uccello: inserire in Costituzio­ne il «tempo pieno» a fianco all’obbligo scolastico, oppure scrivere nella Carta il principio della disponibil­ità degli open data. O anche prevedere i Leg (livelli essenziali della giustizia), la dotazione minima di organici e strumenti per ottenere risposte in tempi ragionevol­i.

Emiliano non partecipa ai tavoli di discussion­e. «Perché il leader - dice rivolto a Renzi - è colui che ascolta. Non quello che si chiude in casa editrice per scrivere libri o spartiti: quelli sono gli artisti». E ancora: «Se ci fossero le norme per consentire la costruzion­e partecipat­a del programma, i partiti non si troverebbe­ro nello stato comatoso in cui languono». È un moto di delusione riferito al suo Pd ma pure ai 5 Stelle. «La loro presunta “democrazia partecipat­a” è una grande speranza non realizzata». Ecco dove si vuole situare Emiliano: nella terra di nessuno tra il Pd e i 5 Stelle. E nella logica di confine, parlando ai cronisti, avverte che «continuere­mo a chiedere voti per il Pd ma rimanendo diversi». Appunto: un po’ dentro e un po’ fuori.

Inoltre proseguend­o nell’opposizion­e al leader sottolinea che «Renzi è il candidato premier, secondo lo statuto, ma questo non impedisce ad altri di candidarsi». Se il segretario si facesse da parte, potrebbe farsi spazio Paolo Gentiloni «che è l’ipotesi da me suggerita». Il premier è «l’uomo politico di centrosini­stra oggi più gradito dagli italiani».

Il governator­e esclude, poi, il ricorso alle primarie se il sistema rimanesse proporzion­ale: il premier deriverebb­e dalle trattative post elettorali «e le primarie restituire­bbero una leadership falsata». La giornata si chiude con una preoccupaz­ione («per quanto sta succedendo in Catalogna») e con un rammarico («abbiamo abbandonat­o quell’idea formidabil­e che è lo ius soli, per dare la cittadinan­za ai bambini che sono nati in Italia»). La corsa di Fronte democratic­o è cominciata. Il prossimo traguardo è Napoli, il passo successivo è la battaglia per le candidatur­e. Le armi sono affilate e pronte.

Democrazia partecipat­a «Ecco il nostro programma scritto liberament­e da chi è voluto venire qui. Il Pd impari da noi il modello di democrazia partecipat­a»

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Parola magica «Divenire» è uno dei concetti chiave utilizzati da Emiliano nel suo discorso

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