Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La Puglia avvia la banca del seme

- M.C.

Si fa presto a dire pomodoro in Puglia; ci si potrebbe perdere tra 28 varietà locali diverse. Per non parlare del carciofo; ce ne sono 12 di specie tra cui scegliere. E la zucchina? È quasi più eclettica del maiale: non si butta niente, si mangia proprio tutto. Si usano i frutti, piccoli e grandi, i fiori, quelli maschili, perché quelli femminili danno vita al frutto, si mangiano le foglie, gli steli e i piccioli. Ed è la tradizione gastronomi­ca pugliese ad avere conservato per prima una storia che coincide con la sua biodiversi­tà. Per tutelare questo immenso patrimonio che inserisce la Puglia, con i suoi 100 mila ettari di terreni seminativi, tra i maggiori produttori di ortaggi in Italia - si sfiora un quinto della produzione nazionale - è nato Biodiverso (biodiversi­tapuglia.it), un progetto che nomina Biopatriar­chi e arricchisc­e una banca pubblica del seme. Sono quindici i partner istituzion­ali e scientific­i che hanno aderito a Biodiverso per un totale di 160 soggetti coinvolti; 31 le specie orticole selezionat­e e preservate dalla estinzione e ben 122 le varietà locali individuat­e. Con la Facoltà di Agraria dell’università di Bari si è messa a punto una banca del genoderma dove sono custoditi i semi di questo immenso e variegato capitale e sono stati insigniti della menzione di Biopatriar­chi quegli agricoltor­i visionari che hanno mantenuto in vita le specie orticole che si stavano perdendo.

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