Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’EQUILIBRIO DI CHI GOVERNA
Governare oggi nazioni, regioni o città è un difficile esercizio di equilibrio. Comporta fare i conti con tre risorse che, per definizione scarse, sono diventate sempre più esigue: denaro, tempo e consenso. Chi governa ha sempre più bisogno di soldi e non sa mai come trovarli. Il ricorso al debito pubblico, che negli scorsi anni sembrava il Pozzo di San Patrizio, ha dei limiti. I capitali disponibili sono pochi e devono soddisfare una domanda che è in costante crescita. Anche la risorsa tempo non è illimitata. Se, per esempio, una città o una regione perdono anni per realizzare un importante progetto, un’altra città o regione, più rapide, le scavalcano rendendo il primo lentissimo progetto inutile. Il consenso dei cittadini, infine, è la risorsa più scarsa di tutte. Il no della gente cresce con rapidità e la volubilità del voto lo dimostra. La tecnica consueta per restare in equilibrio è quella di scambiare le risorse spostando l’acceleratore su quella che si presenta meno scarsa. Il tempo, per esempio, sembra essere la carta vincente. Il futuro delle promesse politiche è sempre più remoto e ciò sembra consentire di non dover mettere mano al portafoglio e di ottenere intanto, giocando sulla parola domani, il consenso dei cittadini. Quest’ultimo, però, rappresenta la più scarsa delle risorse scarse. Soprattutto da quando sono morti i partiti che avevano proprio il compito di costruire il consenso schermando governanti ed amministratori. L’equilibrio di chi governa è, quindi, sempre più difficile soprattutto a livello di regioni e di città dove il cittadino può verificare nella quotidianità l’attendibilità delle promesse e la qualità delle azioni. Per questo sono in crescita le strategie per restare in sella dribblando i problemi di denaro, di tempo e di consenso. Il populismo è stato inventato e raffinato proprio per affascinare e distrarre. Si fa affidamento sul fatto che ci voglia tempo perché i cittadini si accorgano, come nella famosa favola, che il re è nudo. Un altro sistema, apparentemente nuovo ma molto antico nel Mezzogiorno, sta prendendo piede nelle nostre terre e consiste nel acquisire i portatori di voti e di consenso nella convinzione che questo, secondo una proprietà transitiva, passi senza apprezzabili decurtazioni dal capo clientela al reclutatore. E’ la solita raccolta delle clientele che, dotate di una nuova bandiera e di generiche giustificazioni politiche, vengono schierate a protezione del leader. Difficile non richiamare l’arcicitata affermazione dello storico Gregorovius secondo il quale «gli italiani sono Machiavelli, Borgia o capitani di ventura». Negli anni a cui fa riferimento, però, un capitano di ventura era Giovanni dalle bande nere. Oggi, la statura è minore.