Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il progetto per il Salone del libro: sarà in Fiera e a Bari Vecchia
«Abbiamo l’esigenza assoluta di moltiplicare gli attrattori del turismo internazionale. Non ci può essere una concentrazione ai limiti del sovraffollamento solo nelle grandi capitali dell’arte, Venezia, Firenze e Roma. Ci sono città stupende con un patrimonio artistico e archeologico enorme come Bari, che diventeranno meta di grande attrattività per un turismo colto, intelligente, che viene in Italia a cercare le eccellenze. Investimenti come questo vanno in quella direzione». Lo ha detto il ministro per i Beni e le attività culturali ed il Turismo, Dario Franceschini inaugurando gli spazi restaurati del Castello Svevo a Bari. Franceschini ha anche parlato del salone del libro a Bari. «Si può fare», dice il ministro («Credo che vada bene tutto ciò che serve a incrementare la lettura») e ne è convinto il sindaco, Antonio Decaro («Ci stiamo lavorando. Pensiamo alla Fiera con appendici serali a Bari Vecchia»). Sindaco e ministro ne hanno parlato ieri.
Una salone del libro a Bari? Si può fare. Lo pensa il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini («Credo che vada bene tutto ciò che serve a incrementare la lettura»). Ne è convinto il sindaco, Antonio Decaro («Ci stiamo lavorando. Pensiamo alla Fiera con appendici serali a Bari Vecchia»). Sindaco e ministro si sono incontrati in occasione dell’inaugurazione dei locali restaurati del Castelo Svevo. «Penso anche che ci sia una concentrazione di fiere del libro al Nord - ha detto il ministro - e che si possa credere al Sud. Quindi ne ragioniamo volentieri». Decaro ha avviato il progetto. «Lo faremo, forse il prossimo anno - spiega - coinvolgeremo i presidi del libro e creeremo strutture nella città vecchia per dibattiti, spettacoli e musica. Un percorso culturale che deve fare i conti con la nostra realtà e che si può costruire senza scimmiottare gli altri. Franceschini e il governo sono pronti a sostenerci».
Il ministro ieri pomeriggio ha inaugurato le sale restaurate del primo piano del Castello Normanno Svevo Angioino di Bari, dove una volta c’erano gli uffici della Soprintendenza (ora trasferitisi nel complesso monumentale di Santa Chiara). Ospitano reperti provenienti da varie epoche e da diversi luoghi della Puglia, perlopiù all’interno della città metropolitana. Sale, aperte ai visitatori già da oggi, percorse abbastanza frettolosamente dal ministro che era atteso a Ostuni per la presentazione del suo libro (Disadorna e altre storie, pubblicato da La nave di Teseo). «Il monumento sarà subito aperto - ha detto Franceschini - magari non nell'orario pieno. C'è personale che è già a Bari, in altre strutture, che è stato destinato a queste funzioni; e poi lavoreremo per rafforzare con altro personale. «Questo - ha rilevato - è un problema presente in tutta Italia. Chiederemo anche in questa legge di Stabilità - ha concluso - di poter assumere un numero sufficiente di pertemporanea). sone per colmare i posti vacanti in pianta organica».
Il Castello Svevo di Bari era visitabile solo al piano terra. Nonostante questo ha accolto circa 60 mila turisti all’anno. «Ora apriamo il primo piano ha detto il sindaco - e speriamo di incrementare questi numeri». Decaro ha poi regalato un ramoscello d’ulivo alla soprintendenza «con la quale non ho avuto in passato un buon rapporto», non prima di aver aperto il libro dei desideri: «Ricominceranno i lavori al Piccinni, poi quelli per il bastione di Santa Scolastica, per il Margherita e per il Mercato del pesce (polo dell’arte con- «Con questo restauro - ha detto Luigi La Rocca, soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia - giunge a compimento un progetto molto complesso che ha coinvolto Santa Chiara prima, il Castello adesso e nel prossimo futuro il museo archeologico di Santa Scolastica». Un progetto che per il ministro Franceschini è inserito all’interno di una strategia che coinvolge turismo e cultura, un’operazione che tiene insieme molti fattori. «Abbiamo l'esigenza assoluta di moltiplicare gli attrattori del turismo internazionale. Non possiamo più tollerare la concentrazione di presenze ai limiti del sovraffollamento esclusivamente nelle grandi capitali dell'arte: Venezia, Firenze e Roma. Solo il 15 per cento del turismo internazionale si espande sotto la capitale. Ci sono città stupende, con un patrimonio artistico e archeologico enorme come Bari, che diventeranno meta di un turismo colto, intelligente e che scegli di venire in Italia perché cerca le eccellenze».
Un turismo che, secondo Loredana Capone, assessora regionale all’Industria turistica e culturale, potrà attrarre creatività e dare lavoro. A patto però che i tanti nostri contenitori culturali siano perfettamente fruibili. E il Castello ne è un primo esempio».