Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Emiliano come Zaia» Una pioggia di critiche
Il governatore sulla linea di Maroni e Zaia. «Una cantonata»
Una raffica di obiezioni: da destra ma soprattutto dalla sua maggioranza di centrosinistra. Michele Emiliano è sommerso di critiche per le dichiarazioni, rilasciate a margine del referendum in Catalogna, sulla necessità di assicurare maggiore autonomia alle Regioni e sull’opportunità che quelle più ricche dispongano di maggiori risorse (a danno di un riequilibrio territoriale). La Cgil non usa giri di parole. «Caro presidente dice Pino Gesmundo, segretario generale - hai preso una cantonata. Ti sfugge un dato evidente e cioè che le regioni del Nord, più sviluppate, già ricevono risorse maggiori di quelle del Sud. E non solo: la redistribuzione delle risorse non è una mancia per il Mezzogiorno ma risponde alla Costituzione. L’articolo 119 stabilisce che lo Stato promuove lo sviluppo, la coesione e la solidarietà sociale e rimuove gli squilibri economici e sociali: tra territori e tra persone. Stupisce che Emiliano dimentichi questi aspetti e si accodi a un’idea egoistica e regionalistica di sviluppo. Salta dall’eccesso sudista e neoborbonico, della giornata in memoria delle vittima dell’Unità d’Italia, a visioni nordiste e autonomiste».
Nel centrosinistra è forte il disagio di Mdp-Articolo 1. «Vedo - afferma il consigliere regionale Pino Romano una confusione valoriale che mi allontana sempre di più da Emiliano. Se ad una cultura di sinistra egli toglie anche il principio solidaristico della redistribuzione della ricchezza individuale e collettiva non so davvero cosa debba rimanere. Sussidiarietà, redistribuzione, solidarietà, inclusione non sono feticci del secolo passato: sono i cardini di una cultura progressista».
Analoghe parole di biasimo arrivano da Mino Borraccino, di Sinistra italiana: «Emiliano chiarisce ai suoi fans che le recenti posizioni neoborboniche da lui sostenute non erano frutto di improvvisazione, ma facevano parte del suo percorso di allontanamento da qualsiasi tradizione culturale e politica della sinistra, anche socialdemocratica, europea».
«Rincorrendo queste tematiche in maniera scomposta - sottolinea il pd Sergio Blasi, compagno di partito del governatore - si provoca un’accelerazione della spirale politica verso esperienze drammatiche come quella della Catalogna. Non giustifico ma capisco le rivendicazioni del Settentrione, soprattutto quando addita le inefficienze del Sud. Ma a queste critiche non si può rispondere dicendo “tieniti quello che hai raccolto sul tuo territorio”. Si replica governando bene ed eliminando sprechi e inefficienze».
Dopo un lungo periodo di non belligeranza con il governatore, una pioggia di critiche arriva dall’ex sottosegretario Massimo Cassano (FI). «Adesso che Emiliano ha reso noto il suo pensiero sulla Catalogna - dice il senatore forzista - i pugliesi lo ringraziano di tale esternazione da statista. Emiliano è un gigante fatto di simpatia e visioni ampie, peccato gli manchi qualsiasi capacità tecnica e politica per svolgere l’unico vero ruolo per cui è stato eletto e per cui prende lo stipendio: governare la Puglia».
L’ultimo graffio arriva da Erio Congedo (Fratelli d’Italia). Mira alle molteplici prese di posizione del governatore. «Emiliano - sottolinea - è favorevole al referendum leghista di Maroni e Zaia, ma anche al masterplan per il Sud partorito dal governo. Esalta il Nord produttivo ed economicamente autonomo ma poi plaude al ruolo del Sud per la crescita dell’intero Paese. Emiliano porta avanti la sua politica dell’abbraccio a sinistra e a destra dell’intero arco politico. È perfino difficile tracciarne un indirizzo. L’intento di incarnare tutto e il contrario di tutto è l’unica definizione possibile. Conferma la sua vocazione a guardare ovunque, tranne che nella direzione giusta: quella di ben governare la Puglia».