Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Senza prove rimane una tesi per Indiana Jones»
«Tutto si risolverà in una discreta bolla di sapone». Il professor Franco Cardini, storico e accademico dell’Istituto italiano di scienze umane, non usa mezzi termini e commenta così l’annuncio arrivato dalla Turchia.
«Tutto si risolverà in una discreta bolla di sapone. Mi sembra una tesi buona per una pellicola di Indiana Jones»: Franco Cardini, storico e accademico dell’Istituto Italiano di Scienze Umane, commenta così con il Corriere del Mezzogiorno la querelle che arriva dalla Turchia sulla scoperta di una presunta nuova tomba di San Nicola a Myra. L’ultimo libro dello studioso fiorentino è “Gesù, la falce, il martello” (La vela).
Professore, in Turchia mettono in dubbio che le ossa conservate nella Basilica di San Nicola di Bari possano essere quelle del vescovo di Myra. Che fare? «Le querelle sulle reliquie ci sono da sempre, ma in casi come questo bisogna aspettare che gli studiosi diano delle prove plausibili di un ritrovamento che cambierebbe il quadro storico». A cosa si riferisce?
«Il Dna del Santo non l’abbiamo. Dovrebbero mostrare prove documentali ritrovate in loco, in biblioteca o archivio, dove risulta che i baresi non hanno preso nulla. Oppure dovrebbero aver trovato un luogo preciso con una tomba o qualcosa che gli somigli da cui dovrebbero aver estratto una prova che i resti ossei o oggettuali, stoffe e metalli, si riferiscono al Nicola che conosciamo come Nicola di Myra. Basta che pubblichino i documenti e li mettano a disposizione degli studiosi».
Non sembra preoccupato da possibili rivelazioni, mentre i baresi trepidano.
«Le probabilità che trovino una nuova tomba di San Nicola a Myra sono pari a quelle di recuperare il Santo Graal nel monumento El Khasneh di Pe- tra, come si sostiene nei film di Indiana Jones». Dal punto di vista religioso come si affrontano questi casi?
«Decide l’autorità ecclesiastica. Se si valutano non sufficienti le prove, il culto di Bari non si tocca in base alla tradizione. La Chiesa si manterrà sulle generali, mostrerà rispetto per chi ha avanzato l’ipotesi e chiederà chiarimenti, escludendo in linea presumibile che il culto di Bari possa essere sospeso. Il problema teologico-devozionale non esiste».
Perché nella Turchia a guida musulmana di Erdogan desta tanta attenzione un tema legato alla religione cristiana?
«Il paese è rimasto quello di Mustafa Kemal Ataturk Atatürk: c’è un apparato scientifico e una mentalità accademica che è totalmente occidentale, fin troppo materialistica e razionalistica. L’Islam poi è fatto così: uno scienziato musulmano teologicamente si rifugia sempre nella “pericope” rituale del “tutto può succedere, se Allah lo vuole”».
Qualcuno postula la volontà turca di incentivare il turismo e riannodare i rapporti con l’Occidente, anche con presunte reliquie nicolaiane…
«I turchi governativi di Erdogan hanno tutto l’interesse a rientrare nel giro della considerazione mondiale. Così si buttano degli ami. Uno di questi potrebbe essere la querelle delle ossa di San Nicola a Myra».