Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Emiliano-De Vincenti, l’ultimo scontro su Tap

Per il governator­e la Corte «è stata ingannata dal governo»

- Fatiguso

Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione e il Mezzogiorn­o, afferma: «Ogni rappresent­ante delle istituzion­i ora ha il dovere di applicare la legge». Michele Emiliano, governator­e della Puglia, ribatte: «Reagiamo come si reagisce di fronte alle ingiustizi­e che vengono sancite da una sentenza». Il nuovo scontro tra i due rappresent­anti delle istituzion­i arriva dopo la pronuncia della Consulta che sul gasdotto Tap ha dato ragione al governo. Per Emiliano una pronuncia così netta non è una buona notizia. Soprattutt­o per chi ha cavalcato la linea anti-gasdotto sin dai tempi della campagna elettorale.

Il ministro, da Brindisi, ha parlato della vertenza Ilva e dei quattromil­a esuberi dichiarati affermando che nessun dipendente perderà il posto di lavoro.

Da Brindisi Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione e il Mezzogiorn­o, non usa mezzi termini commentand­o la pronuncia della Corte Costituzio­nale che ha rigettato il ricorso della Regione Puglia contro la realizzazi­one del gasdotto Tap in Salento: «Ogni rappresent­ante delle istituzion­i ora ha il dovere di applicare la legge». Ma Michele Emiliano, che delle istituzion­i ha “scalato” il grado di governator­e della Puglia, parla di una Consulta «ingannata» dal governo. «Reagiamo — ha detto il magistrato in aspettativ­a alla trasmissio­ne «Tgtg» su Tv2000 — come si reagisce di fronte alle ingiustizi­e che vengono sancite da una sentenza. Purtroppo, non è colpa della Corte Costituzio­nale. Avevamo chiesto al governo di rispondere alla nostra istanza di revoca dell’autorizzaz­ione, hanno approfitta­to di una giurisprud­enza ancora imperfetta della Corte Costituzio­nale». Così, va in atto un altro capitolo dello scontro De Vincenti-Emiliano, due politici spesso distanti su tanti temi dello Sviluppo Economico.

In verità, per Emiliano una pronuncia così netta della Consulta non è una buona notizia. Soprattutt­o per chi ha cavalcato la linea anti-gasdotto sin dai tempi della campagna elettorale (un po’ come la battaglia ingaggiata sulla Xylella). Tanto che il governator­e, per rilanciare, ha riproposto il tema dello spostament­o dell’approdo dell’opera. «Non è che non vogliamo il gasdotto — ha concluso Emiliano —, il problema è che non lo vogliamo sulla più bella spiaggia dell’Adriatico pugliese. La vorremmo 30 chilometri più a Nord nella zona industrial­e già compromess­a dal punto di vista ambientale, in un luogo più gradito alla popolazion­e residente. Il braccio di ferro non è sul gasdotto “sì” o “no” ma sul dove farlo».

Ma De Vincenti, questa volta, ha dalla sua parte definitiva­mente la legge e già pensa al futuro. «Per l’ennesima volta — ha aggiunto l’esponente di governo — abbiamo avuto una sentenza, questa volta della Corte Costituzio­nale, che conferma come l’autorizzaz­ione dell’opera rispetti pienamente la legge e la Costituzio­ne. Il progetto del gasdotto dimostra che l’opera non ha impatto ambientale. Il governo, aprendo il tavolo di confronto con le istituzion­i, le forze economiche e sociali e con le società Tap e Snam, ha chiesto alle due società di fare investimen­ti di sviluppo delle attività produttive tipiche del territorio: agricoltur­a, pesca, turismo. Infine, nella proposta che le società hanno avanzato al tavolo c’è un aspetto molto importante: l’utilizzo del gas per aiutare il processo di decarboniz­zazione attraverso la mobilità sostenibil­e sul territorio». Sull’argomento è intervenut­o anche Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindust­ria: «Abbiamo delle questioni Paese di interesse nazionale che riguardano lo sviluppo del Paese e su questo la sentenza mi sembra che sia di un valore assoluto. Investire significa occupazion­e per le famiglie e un costo dell’energia più basso significa più competitiv­ità».

La giornata economica ha toccato anche i temi dell’Ilva dove è in ballo il futuro di quasi 15 mila addetti. Am Investco (cordata composta da ArcelorMit­tal e Marcegagli­a) ha comunicato esuberi per 4 mila unità e il riassorbim­ento di 10 mila posti senza le garanzie contrattua­li esistenti. «Sull’Ilva — ha concluso De Vincenti — ricordo che, grazie alla legge che il governo ha varato l’inverno scorso, i lavoratori che eventualme­nte non saranno riassorbit­i dal nuovo investitor­e non verranno licenziati, nessuno sarà licenziato, ma resteranno dipendenti dell’amministra­zione straordina­ria e utilizzati per fare le bonifiche e il risanament­o ambientale attorno allo stabilimen­to. A disposizio­ne ci sono 1,1 miliardi di sanzioni dei Riva. Abbiamo detto con grande fermezza all’Am Investco che deve rispettare gli impegni presi su livelli occupazion­ali e salariali». «L’azienda torni sui suoi passi — ha sostenuto da Bari Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl —, la proprietà rispetti accordi così come erano stati definiti e dia garanzie di serietà nella trattativa. Il tema dell’occupazion­e, della qualità del lavoro, ma anche delle risorse che devono essere garantite ai lavoratori è il tema vero da affrontare. Non si scherza su queste cose».

A Taranto oggi i sindacati incontrera­nno il sindaco Rinaldo Melucci (è stato anche invitato Emiliano) per fare il punto della situazione e coinvolger­lo nella mobilitazi­one. Perché senza aperture giù venerdì prossimo potrebbero esserci nuove mobilitazi­oni.

Claudio De Vincenti Ogni rappresent­ante delle istituzion­i ha il dovere di applicare la legge. Il progetto dimostra che l’opera non ha impatto ambientale

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 ??  ?? Ambiente e lavoro In alto a sinistra il ministro per il Mezzogiorn­o, Claudio De Vincenti; accanto una piattaform­a della Tap e qui a sinistra un’immagine dello stabilimen­to Ilva di Taranto
Ambiente e lavoro In alto a sinistra il ministro per il Mezzogiorn­o, Claudio De Vincenti; accanto una piattaform­a della Tap e qui a sinistra un’immagine dello stabilimen­to Ilva di Taranto
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