Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Foggia e Grottaglie, l’Enac taglia le ali alla Puglia

Vergari, dg della vigilanza tecnica: «Il limite per mantenerli è di 600 mila passeggeri all’anno»

- V. Fat.

Venerdì scorso, con il tono trionfante che contraddis­tingue le sue uscite pubbliche, il governator­e della Puglia, Michele Emiliano, ha detto ai foggiani: «Finalmente finanziere­mo la pista del Gino Lisa, finalmente potremo pubblicare il bando per gli aiuti alle compagnie che vorranno volare partendo dall’aeroporto di Foggia». Ma a conti fatti risulta difficile comprender­e i motivi industrial­i (e non politici) che porterebbe­ro alla riapertura. A Bari, ieri, c’era Roberto Vergari, direttore centrale della vigilanza tecnica di Enac, per consegnare il “certificat­o di aeroporto” a tre scali pugliesi: Bari, Brindisi e Grottaglie (è l’attestazio­ne di efficienza con standard comunitari). Ed è bastato fargli una domanda per comprender­e come tra il dire e il fare c’è una realtà differente da raccontare ai cittadini-contribuen­ti. Ovvero: qual è il traffico stimato necessario a sostenere industrial­mente la riapertura di Foggia alle compagnie di linea?. «Non lo dico io — ha risposto Vergari —, ma l’Unione Europea. Il limite per mantenere in vita un aeroporto è di almeno 600 mila passeggeri all’anno. Al di sotto si lavorerebb­e in perdita».

Basta fare due conti: il meccanismo annunciato dal governator­e Emiliano fatica a poggiarsi su criteri industrial­i (quelli politici non ha numeri da giustifica­re). Anche dopo l’allungamen­to della pista al Gino Lisa potrebbero atterrare aerei da cento posti. Il che, con un ottimo indice di riempiment­o dei veivoli (pari all’80%), significa «generare» almeno 7.500 voli all’anno. Si tratta di 20 voli giornalier­i. Un’enormità se si considera che a Bari la movimentaz­ione media è di 40 velivoli (per un traffico annuale di 4,2 milioni di passeggeri). Lo sa bene Tiziano Onesti, presidente di Aeroporti di Puglia, che alla stessa domanda ha risposto: «Applichiam­o le direttive della proprietà (la Regione, ndr), tocca a loro la scelta». All’appuntamen­to ha preso parte Anna Maria Curcuruto, assessore regionale ai Trasporti, che sull’argomento ha chiarito: «Dobbiamo lavorare in un’ottica di sistema. Certo, tutti vorrebbero un aeroporto sotto casa, ma questo non è sempre possibile. La nostra è un’iniziativa per sondare il mercato». La cifra stanziata è di 7,5 milioni tra Foggia e Grottaglie. Negli anni dal 2009 al 2011 la Regione ha investito a Foggia 18 milioni per portare lo scalo a 180 mila passeggeri annui. E sarà difficile spiegare al contribuen­te che si destinano soldi all’aeroporto di Grottaglie per la riapertura dei voli di linea a fronte di uno scalo, quello di Brindisi, che dista 45 chilometri e che vede il numero di passeggeri in diminuzion­e (-0,24% dall’inizio dell’anno). «In effetti — ha concluso Curcuruto — la delibera di giunta per Foggia c’è, per Grottaglie ancora no. Dobbiamo motivarla con attenzione».

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Roberto Vergari (Enac) consegna i tre certificat­i di aeroporto

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