Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
POLO PEDIATRICO RISCHI E SPERANZE
Non sorprendono le polemiche suscitate dalla prospettata nuova azienda ospedaliera Giovanni XXIII. L’obiettivo è creare a Bari il primo polo pediatrico pugliese. Innescando un processo di cambiamento di così vasto impatto, è normale che ci siano delle divergenze. Ben vengano se ne scaturisce una dialettica costruttiva e poi una efficace sintesi. Occorre invece guardarsene se nascondono un interesse privato mascherato da interesse generale. Soprattutto se lo scopo è salvaguardare rendite territoriali o corporative da un polo che favorirà l’incremento della mobilità attiva, contrastando così quella mobilità passiva che grava sul bilancio regionale. L’idea della Regione è realizzare una struttura di eccellenza internazionale. Vi si concentrerebbe la rete delle specialità valorizzando le professionalità dei medici e consolidando i rapporti con l’università. È un disegno oggettivamente condivisibile. Alla Puglia servono ospedali in linea con gli standard europei, non strutture obsolete che alimentino campanilismi e reti clientelari.
Il nuovo Giovanni XXIII dovrà realizzare degli espliciti obiettivi di prestazione e di risultato con verifica costante. Oltre a fornire servizi di qualità elevata, esso dovrà essere sostenibile economicamente nonché saper intercettare le necessità emergenti e promuovere il change management nella sanità. Ma a favore del progetto vi è l’ampia disponibilità di spazi per lo sviluppo? Comunque sia, serviranno investimenti infrastrutturali e nuove assunzioni partendo dalla stabilizzazione dei precari.
Per decidere, la Regione ha indetto una gara. Una società di consulenza predisporrà un progetto di governance. Perciò non si capisce perché sia criticata quella che attualmente è un’idea e che diventerà un progetto solo al termine della gara. A meno che la scadenza del 31 dicembre, un tempo ridottissimo per un lavoro così complesso, non sia il campanello d’allarme, per i bene informati, di decisioni già prese. Potrebbero vanificare tutte le buone intenzioni e le eccellenti prospettive. La Regione ha il dovere di confrontarsi con gli stakeholder, mediare tra i diversi interessi, elaborare una proposta progettuale funzionale all’interesse generale. Realizzare un ospedale d’eccellenza nel Mediterraneo richiede un processo decisionale ben calibrato nelle risorse e nei tempi. Non possiamo alimentare le aspettative, consumare un po’ di denaro e di tempo e poi accorgerci che le cose non vanno. Se ci sono dei dubbi, tutti devono fare un passo indietro e riconsiderare la necessità di far prevalere l’interesse generale. La salute dei pugliesi, tra cui i nostri figli, viene prima.