Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Corsi per islamici radicali il progetto è ancora fermo
Dall’aprile scorso Alfredo Santamato, alias Muhammad, indagato per terrorismo internazionale e apologia del terrorismo islamista, è sottoposto a sorveglianza speciale, ma non ha ancora iniziato il percorso di deradicalizzazione disposto dal Tribunale di Bari. Il c programma è stato notificato a Santamato e si attende adesso la calendarizzazione degli incontri. Sharif Lorenzini, portavoce della comunità islamica, preme perché si inizi in tempi brevi. Il magistrato La Malfa: «E’ la prima volta che in Italia si articola un percorso di questo genere. La tempistica è legata all’originalità dell’iniziativa».
BARI Dall’aprile scorso Alfredo Santamato, alias Muhammad, indagato per terrorismo internazionale e apologia del terrorismo islamista, è sottoposto a sorveglianza speciale, ma non ha ancora iniziato il percorso di deradicalizzazione disposto dal Tribunale di Bari.
Il complesso programma di recupero socio-giuridico-culturale è stato notificato nei giorni scorsi a Santamato dalla Questura e si attende adesso la calendarizzazione degli incontri che sosterrà con docenti accademici e mediatori culturali. Sharif Lorenzini, portavoce della comunità islamica pugliese, preme perché si inizi in tempi brevi: «Temiamo che questa iniziativa così interessante possa naufragare sul nascere. Sollecitiamo lo sblocco di tutti gli aspetti burocratici in tempi stretti».
Il camionista residente a Turi - che aveva pubblicato sui social post fanatici e minimizzazioni della strage islamista di Berlino, oltre ad aver manifestato l’intenzione di praticare l’infibulazione alla figlia - al momento ha l’obbligo di soggiorno, il divieto di comunicare via internet e gli sono stati ritirati il passaporto e la patente di guida.
L’innovativo progetto di deradicalizzazione, che ha fatto proprie le indicazioni della risoluzione n. 2178 delle Nazioni Unite sulle politiche di contrasto dell’estremismo violento, si è consolidato con un intenso lavoro su più fronti in questi mesi, come spiega al Corriere il magistrato Francesca La Malfa: “E’ la prima volta che in Italia si articola un percorso di questo genere. La tempistica è legata all’originalità dell’iniziativa. La Procura ha fatto riunioni con l’Università al fine di stilare un programma per Santamato. Si tratta di prescrizioni di non poco conto, che adesso attendono di essere eseguite”. “Con notevole impegno di tutti - prosegue la La Malfa - abbiamo redatto un progetto di oltre 400 pagine, che in maniera non privativa della libertà personale, nel rispetto dei diritti costituzionali, punta ad impedire attentati e degenerazioni». L’iniziativa è già stata oggetto di relazioni della La Malfa presso la Scuola superiore della magistratura a Scandicci e copia del procedimento è stata richiesta anche da magistrati antimafia.
«La deradicalizzazione procede parallela a misure concrete come il ritiro della paten- te (Santamato serviva le mense scolastiche con il suo automezzo, ndr). Il mio provvedimento al riguardo - aggiunge la La Malfa - si muove nel solco di uno Stato che non usa le maniere forti e garantisce i diritti di difesa al soggetto in questione».
Essenziale è stato il contributo dell’Università degli studi di Bari: «A giugno scorso abbiamo indicato i docenti che come consulenti collaboreranno con il Tribunale di Bari dichiara il professor Nicola Colaianni di Diritto Ecclesiastico - perché al momento non ci sono mediatori culturali specializzati nella lotta alla radicalizzazione religiosa. Proprio per questo l’Ateneo barese ha lanciato un master con questo indirizzo che partirà a fine ottobre ed ha già 30 iscritti».
«Su input della magistratura - puntualizza Colaianni - abbiamo riempito di contenuti una misura di prevenzione muovendoci sulla base di una legge del 1956 che riguarda la delinquenza comune o mafiosa, non gli islamisti o queste forme di cultura che possono trasmodare in violenza. A Santamato, dopo questi colloqui, risulterà evidente che si può aderire alla fede islamica, osservando i valori della costituzione».
Santamato dovrà dunque sostenere una serie di incontri, prescritti obbligatoriamente nella misura di prevenzione con i docenti Sabrina Martucci (ricercatrice di Diritto Ecclesiastico dell’Uniba), Francesco Alicino (associato di Diritto pubblico comparato alla Lum) e Antonio Nappi (insegna principi del servizio sociale nel dipartimento barese di Scienze politiche).
E’ previsto l’approfondimento di materie come sharia e ordine pubblico, relazioni familiari con profili antigiuridici, simboli religiosi e abbigliamento femminile, atteggiamento nei confronti degli atei in uno stato di diritto, diritti universali, uguaglianza dei cittadini nella diversità religiosa.
Un ufficiale della polizia giudiziaria seguirà passo dopo passo questo percorso, mentre la Questura svolgerà un ruolo di verifica e controllo.
Il dubbio Lorenzini (comunità islamica): «Temiamo che possa naufragare sul nascere»