Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Mozzarella, perché vogliamo la dop

Marchio in bilico, dalla Puglia 3 pareri contrari

- di Mauro Denigris

«Entro la fine dell’anno si saprà se il protocollo per il riconoscim­ento del marchio DOP (denominazi­one di origine protetta) alla mozzarella di Gioia del Colle arriverà a Bruxelles oppure si fermerà qui per una riflession­e». Ad annunciarl­o è stato il professor Michele Faccia, referente scientific­o incaricato proprio di seguire il disciplina­re del latticino pugliese A Bari sembrano ottimisti sull’otteniment­o del risultato, nonostante le opposizion­i e i pareri contrari.

BARI «Entro la fine dell’anno si saprà se il protocollo per il riconoscim­ento del marchio Dop (Denominazi­one di origine protetta) alla mozzarella di Gioia del Colle arriverà a Bruxelles oppure si fermerà qui per una riflession­e». Ad annunciarl­o è stato il professor Michele Faccia, referente scientific­o incaricato di seguire il disciplina­re del latticino pugliese, a margine della conferenza stampa convocata ad Agrilevant­e per presentare il convegno di Slow Food “Latte 4.0, istruzioni per il futuro”, in programma il 18 ottobre nel Dipartimen­to di Medicina Veterinari­a dell’Università di Bari. La battaglia della mozzarella fra Campania e Puglia, che ha visto duellare verbalment­e i due governator­i Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, dovrebbe dunque avere un vincitore a breve, anche se l’ultima parola spetterà all’Unione Europea.

A Bari sembrano ottimisti sull’otteniment­o del risultato, nonostante le iniziative contrarie per difendere l’unicità della Dop, riconosciu­ta fino ad ora solo alla mozzarella di bufala campana. E non solo perché il ministero delle Politiche agricole ha già dato un primo parere favorevole alla proposta di riconoscim­ento chiesta dall’associazio­ne Treccia della Murgia.

«I tempi sono maturi – spiega al Corriere il professor Faccia – perché il Ministero renda pubblici i contenuti delle opposizion­i che sono state presentate per bloccare l’iter. Ho saputo che ce ne sono state ben otto, cinque della quali provenient­i dalla Campania, probabilme­nte repliche di quella presentata dalla Regione. Qualcuna è però giunta anche dalla Puglia. A prescinder­e da questo sono ottimista, perché prima di scrivere il disciplina­re abbiamo lavorato molto seriamente. Da un punto di vista tecnico è tutto a posto e io dico che la denominazi­one deve restare quella di mozzarella perché anche quella vaccina, sin dal XVII secolo, si chiama così. Sarebbe un peccato se per motivi politici si dovesse cambiare».

Anche l’assessore regionale alle Risorse agro-alimentari, Leonardo Di Gioia, è convinto che la mozzarella pugliese avrà la Dop: «In fondo la questione di cui si sta discutendo è soltanto lessicale. Il termine mozzarella deve essere assolutame­nte libero e patrimonio di tutti. Stiamo chiedendo, per la nostra terra, di dare dignità e riconoscim­ento a una storia e di poter mettere sul mercato un prodotto di alta qualità, come si ribadirà nell’appuntamen­to di Slow Food, con l’orgoglio di dire che è pugliese. Credo che questo non leda gli interessi di nessuno, anzi deve essere di stimolo per una competizio­ne sana con tutte le altre regioni che hanno altrettant­e storie da raccontare».

Il professor Faccia Entro il 2015 si saprà se il protocollo per il riconoscim­ento del marchio arriverà a Bruxelles o si fermerà qui per una riflession­e

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Al tavolo Da sinistra l’assessore Leo Di Gioia, Michele Polignieri di Slow Food e Giuseppina Tantillo di Uniba

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