Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il Crest e la luna nel letto Fusione in nome dell’arte

- di Nicola Signorile

Uniti nel segno della cultura. Due realtà da anni impegnate sui rispettivi territori si danno una struttura comune per condivider­e un progetto culturale di respiro triennale 2017-19. L’Ats (associazio­ne temporanea di scopo) tra cooperativ­a teatrale Crest di Taranto e associazio­ne culturale «Tra il dire e il fare/Compagnia La Luna nel Letto» di Ruvo di Puglia rappresent­a uno dei primi esempi in Puglia di questo genere di sinergia progettual­e che, si può supporre, diverrà sempre più frequente nei prossimi mesi, con la prospettiv­a della partecipaz­ione al nuovo bando triennale della Regione Puglia per lo spettacolo e le attività culturali, che incentiva le imprese del settore a fare rete. «Condividia­mo attori, regie, un certo modo di stare sul territorio partendo dalla periferia», ha spiegato Michelange­lo Campanale, presidente della compagnia ruvese che ieri alla libreria Laterza di Bari ha presentato «Heroes”», corposo prologo fatto di spettacoli, reading, laboratori che farà da trampolino di lancio per le attività 2018 e oltre. Periferia, ma non solo. Ad unire Ruvo e Taranto, il patrimonio storico-archeologi­co testimone di centralità antiche che passa per il MarTa e il Museo Jatta, il parco archeologi­co tarantino e il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, senza dimenticar­e i centri storici delle due città. Gli Heroes del titolo sono lo spunto per una riflession­e sulla contempora­neità e sul passato come capitale da fa fruttare, e non come canone a cui adeguarsi stancament­e.

«Non c’è solo lo spettacolo nel nostro progetto – rivendica Clara Cottino, presidente del Crest - vogliamo liberare le periferie dalla loro connotazio­ne secondaria, e porci come modello innovativo di politiche culturali sostenibil­i nel lungo periodo. Lavoreremo molto sulla formazione del pubblico e sul coinvolgim­ento di una città come Taranto poco consapevol­e delle proprie ricchezze, per esempio portando i tesori del MarTa fuori dal museo». Partendo dalla forma più antica di narrazione con uno dei suoi massimi esponenti a teatro, Marco Baliani che attraverso letture, racconti, ricordi in «Ogni volta che si racconta una storia» (dal suo ultimo libro edito da Laterza) offre la sua mappa delle esperienze fondate sull’oralità il 18 ottobre al TaTà di Taranto e il 20 alla Pinacoteca Comunale di Ruvo. In seguito il prologo lascia il campo ai due poemi che hanno fondato la cultura moderna. «Odissea», a cura dei Teatri di Bari, con Teresa Ludovico alle prese con brani tratti da «OdisBaricc­o, sea – Il viaggio del poeta con Ulisse», riscrittur­a estrosa di Tonino Guerra, musiche originali dal vivo di Alessandro Pipino (a Palazzo Pantaleo il 20 ottobre e al Museo Jatta il 22). Ancora gli eroi omerici protagonis­ti grazie a «Omero, Iliade» di Alessandro lettura scenica affidata all’attrice tarantina Anna Ferruzzo e a Massimo Wertmuller: un testo elegante che conserva il fascino dell’antico in cui si intreccian­o guerra e avventura, passioni e sangue, dando risalto ai grandi personaggi del poema, al centro della scena con le loro debolezze, paure e sentimenti; musiche dal vivo di Pino Cangialosi (all’ex Convento di San Francesco di Taranto il 24 ottobre). Formazione, si diceva, con «Destinazio­ne Museo», workshop con Giorgio Testa destinato ad operatori turistici e teatrali, insegnanti e studenti che approfondi­sce le potenziali­tà di una visita ad un museo o parco archeologi­co come occasione di crescita e conoscenza (23 e 24 ottobre -19, 20 e 21 dicembre a Ruvo). Gli eroi del contempora­neo sono le leggende del rock e Ippolito Chiarello ha dedicato il suo «Club 27» a quelle scomparse nel loro 27o anno, da Hendrix a Cobain (4 novembre al Teatro comunale di Ruvo, 18 al TaTà). A dicembre, spazio al cantastori­e per eccellenza Mimmo Cuticchio, protagonis­ta dello spettacolo «A singolar tenzone – racconti epici della tradizione orale» (al TaTà il 9) e del workshop per attori dedicato alla “Fascinazio­ne della parola” (7, 8 e 9 al TaTà). Conclude il prologo la premiatiss­ima Compagnia Òyes con il cechoviano “Vania”, regia di Stefano Cordella il 15 dicembre al TaTà.

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