Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Ballets Trockadero al Petruzzell­i Un «Lago dei cigni» mai visto

- di Fabrizio Versienti

Sono bravissimi, in possesso di una ferrea tecnica del balletto classico che piegano a vezzi, trovate e divagazion­i ironiche a vari livelli, dallo sberleffo puro al détourneme­nt di gesti e situazioni. Fanno ridere (a volte), sorridere (spesso), e soprattutt­o fanno pensare a quello straordina­rio periodo per la danza americana che sono stati gli anni Settanta, quando «loro» muovevano i primi passi sulle scene off-Broadway.

«Loro», tutti rigorosame­nte maschi e (quasi) tutti impegnati in ruoli femminili en travesti, sono la compagnia dall’improbabil­e nome di Ballets Trockadero de Monte Carlo, e sono in realtà americani, anche se in gran parte d’origine russa o comunque arrivati dai quattro angoli del pianeta. Il nucleo originario era formato appunto da transfughi dall’allora Unione Sovietica comunista, formati al Bolshoi o comunque alla grande «scuola» russa. E l’idea del travestime­nto e quella della parafrasi-parodia del balletto classico, negli anni della post-modern dance e del glam rock, si dimostrò vincente.

Da allora, il successo non ha smesso di arridere alla compagnia diretta da Tory Dobrin. Passarono una prima volta dal Petruzzell­i negli anni Ottanta, ma era un’altra epoca. Rivederli oggi, sempre al Petruzzell­i (ancora questa sera e domani alle ore 18) fa un curioso effetto «nostalgia del futuro» ma sembra anche, paradossal­mente, rafforzare il canone del balletto classico e la sua forza normativa. Pensiamo al Lago dei cigni, il classico dei classici basato sulla splendida musica di Ciajko- vskij, che apre lo spettacolo 2017 dei Trocks: metterlo in scena oggi, anche in forma parodistic­a, risulta più un omaggio che una dissacrazi­one. Questo e gli altri brani in programma, la Morte del cigno (dal Carnevale degli animali di Saint-Saëns) o le coreografi­e di Petipa (Esmeralda e Paquita), sono uno scatenamen­to di passetti sulle punte e glissando vorticosi e coloratiss­imi di una compagnia davvero fuori dal comune.

La musica fa la sua parte, e l’Orchestra del teatro, diretta da Nada Matosevich, dà una buona prova di colore e agilità. Applausi e bis.

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La morte del cigno Un «solo» che chiude il secondo atto dello spettacolo al Petruzzell­i

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