Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«No al riordino». Rivolta in difesa dell’ospedale
A Casarano è stato impedito il trasloco di un reparto a Gallipoli. Un comitato, sindaco in testa, contro il piano di Emiliano «Chirurgia pediatrica è un’eccellenza nata qui. Ora la vogliono portare via, ma abbiamo fermato un colpo di mano»
La barriera umana schierata in difesa di Chirurgia pediatrica, gioiello e vanto dell’ospedale «Ferrari» di Casarano, ha fermato il blitz con cui l’Asl, ieri mattina, avrebbe dovuto smantellare il primo pezzo del reparto. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai carabinieri che hanno identificato i presenti. In prima linea c’era il sindaco Gianni Stefàno, spalleggiato dal vice sindaco di Matino, Fabrizio Coluccia, da un rappresentante del Comune di Ugento, ma soprattutto da oltre un centinaio di irriducibili attivisti del comitato civico «Pro Ferrari» che si batte contro il declassamento dell’ospedale e la conseguente chiusura dei reparti di punta. Ostetricia e Ginecologia, con Pediatria, hanno già chiuso i battenti sabato 7 ottobre. Da quella data i ricoveri sono stati dirottati al «Sacro Cuore» di Gallipoli, promosso ospedale di primo livello dal Piano di riordino della Regione Puglia, lo stesso che ha, invece, declassato il «Ferrari» a presidio di base scatenando le proteste della comunità casaranese. Chirurgia Pediatrica dovrà, invece, essere trasferita al «Fazzi» di Lecce. Il combattivo comitato «Pro Ferrari», però, non molla e continua a presidiare l’ospedale senza soluzione di continuità, nel tentativo di scongiurare quello che a Casarano ritengono uno «scippo». Come accaduto in passato, ancora una volta Gianni Stefàno è sceso in campo. È lui a spiegare le ragioni del presidio: «Chirurgia pediatrica è un’eccellenza nata qui e che ci vogliono ingiustamente portare via, ma abbiamo impedito che si consumasse l’ennesimo colpo di mano. La Asl aveva inviato una ditta di traslochi, però gli operai sono dovuti andare via. Era stato organizzato tutto a mia insaputa e nessuno aveva ritenuto opportuno avvertirmi». Il picchetto dei manifestanti non ha consentito al direttore medico del «Ferrari», Gabriella Cretì, e al funzionario dell’Asl, Roberto Manfreda, di portare a termine il loro programma. Ma dalla direzione generale dell’Azienda sanitaria arrivano precisazioni. La procedura sarebbe stata attivata «per trasferire gli arredi di una stanza di degenza», materiale destinato «nel nuovo reparto del Vito Fazzi, già ultimato». L’Asl ha anche spiegato che «si trattava di un passaggio tecnico utile per le procedure di accreditamento in corso per la nuova sede del reparto di Chirurgia pediatrica prevista nell’ospedale di Lecce». Continua, quindi, il muro contro muro, tra il Comune e la direzione generale che sembra intenzionata ad andare dritta per la sua strada, dopo che il Tar di Bari, il 4 ottobre scorso, ha respinto il ricorso presentato contro la chiusura dei reparti. E nel nulla è caduto anche l’appello che Gianni Stefano ha rivolto al governatore Emiliano di congelare l’attuazione del Piano di riordino.