Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«No al riordino». Rivolta in difesa dell’ospedale

- Antonio Della Rocca

A Casarano è stato impedito il trasloco di un reparto a Gallipoli. Un comitato, sindaco in testa, contro il piano di Emiliano «Chirurgia pediatrica è un’eccellenza nata qui. Ora la vogliono portare via, ma abbiamo fermato un colpo di mano»

La barriera umana schierata in difesa di Chirurgia pediatrica, gioiello e vanto dell’ospedale «Ferrari» di Casarano, ha fermato il blitz con cui l’Asl, ieri mattina, avrebbe dovuto smantellar­e il primo pezzo del reparto. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai carabinier­i che hanno identifica­to i presenti. In prima linea c’era il sindaco Gianni Stefàno, spalleggia­to dal vice sindaco di Matino, Fabrizio Coluccia, da un rappresent­ante del Comune di Ugento, ma soprattutt­o da oltre un centinaio di irriducibi­li attivisti del comitato civico «Pro Ferrari» che si batte contro il declassame­nto dell’ospedale e la conseguent­e chiusura dei reparti di punta. Ostetricia e Ginecologi­a, con Pediatria, hanno già chiuso i battenti sabato 7 ottobre. Da quella data i ricoveri sono stati dirottati al «Sacro Cuore» di Gallipoli, promosso ospedale di primo livello dal Piano di riordino della Regione Puglia, lo stesso che ha, invece, declassato il «Ferrari» a presidio di base scatenando le proteste della comunità casaranese. Chirurgia Pediatrica dovrà, invece, essere trasferita al «Fazzi» di Lecce. Il combattivo comitato «Pro Ferrari», però, non molla e continua a presidiare l’ospedale senza soluzione di continuità, nel tentativo di scongiurar­e quello che a Casarano ritengono uno «scippo». Come accaduto in passato, ancora una volta Gianni Stefàno è sceso in campo. È lui a spiegare le ragioni del presidio: «Chirurgia pediatrica è un’eccellenza nata qui e che ci vogliono ingiustame­nte portare via, ma abbiamo impedito che si consumasse l’ennesimo colpo di mano. La Asl aveva inviato una ditta di traslochi, però gli operai sono dovuti andare via. Era stato organizzat­o tutto a mia insaputa e nessuno aveva ritenuto opportuno avvertirmi». Il picchetto dei manifestan­ti non ha consentito al direttore medico del «Ferrari», Gabriella Cretì, e al funzionari­o dell’Asl, Roberto Manfreda, di portare a termine il loro programma. Ma dalla direzione generale dell’Azienda sanitaria arrivano precisazio­ni. La procedura sarebbe stata attivata «per trasferire gli arredi di una stanza di degenza», materiale destinato «nel nuovo reparto del Vito Fazzi, già ultimato». L’Asl ha anche spiegato che «si trattava di un passaggio tecnico utile per le procedure di accreditam­ento in corso per la nuova sede del reparto di Chirurgia pediatrica prevista nell’ospedale di Lecce». Continua, quindi, il muro contro muro, tra il Comune e la direzione generale che sembra intenziona­ta ad andare dritta per la sua strada, dopo che il Tar di Bari, il 4 ottobre scorso, ha respinto il ricorso presentato contro la chiusura dei reparti. E nel nulla è caduto anche l’appello che Gianni Stefano ha rivolto al governator­e Emiliano di congelare l’attuazione del Piano di riordino.

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La protesta Aderenti al comitato civico «Pro Ferrari» durante la protesta

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