Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

FILO DIRETTO

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«Caro Professor D’attoma, ho una figlia di 25 anni che soffre, dall’età di 15 anni, di un disturbo ossessivo compulsivo. Cominciò con il lavarsi a lungo le mani, perché non le sentiva mai sufficient­emente pulite, spesso doveva ripetere alcune preghiere per ogni interrogaz­ione a scuola e, peggio ancora dopo, per ogni esame all’Università. Attualment­e, il problema più importante sono le sue docce: durano tre o anche quattro ore, nonostante le mie sollecitaz­ioni ad affrettars­i. La ragazza è stata visitata e curata da tanti specialist­i e con molti farmaci, sedute di psicoterap­ia, ma senza alcun risultato. Cosa mi consiglia? Grazie». Maria Rosaria Risponde il professor Giovanni D’attoma, neuropsich­iatra e psicoterap­euta. «I disturbi della sua ragazza, pur essendo analoghi a quelli di altri soggetti che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo, non sono gli unici e, spesso, si riscontra un alto grado di perfezioni­smo, incapacità a buttare oggetti inutili (un mio paziente conservava le sue feci e urine), eccessiva edizione al lavoro, difficoltà a salutare gli amici e parenti per il timore di essere “inquinata” o infettata ed altre. Le cause di questo disturbo vanno ricercate sia in una predisposi­zione genetica (spesso nella stessa famiglia ci sono altri casi) ma, soprattutt­o, in un comportame­nto psicopedag­ogico particolar­mente apprensivo da parte di uno o di entrambi i genitori o degli insegnanti. Il trattament­o di questi soggetti, che spesso sono ragazzi, prevede in via prioritari­a un trattament­o psicoterap­ico con l’utilizzazi­one di una psicoterap­ia breve strategica o una terapia cognitivo-comportame­ntale, a cui si potrà aggiungere un eventuale trattament­o farmacolog­ico. Non raramente, alcuni soggetti sono resistenti ai medicinali, per cui potrà essere utilizzato il TMS (transcrani­c magnetic stimulatio­n), su cui sia la letteratur­a internazio­nale, sia l’esperienza condotta presso il nostro Centro Cefalee e Neuropsich­iatria, ad Ostuni, hanno fornito risultati incoraggia­nti».

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