Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

In quattro mosse la rivoluzion­e del binario morto

Una legge nazionale permette il recupero di vecchie rotaie abbandonat­e in ferrovie turistiche, ma la Puglia è parzialmen­te esclusa. La corsa contro il tempo per riacciuffa­re una grande opportunit­à

- Laura Cocozza

Reimpiegar­e e valorizzar­e quelle linee ferroviari­e in disuso o in corso di dismission­e che sono situate in aree di interesse naturalist­ico o archeologi­co: è questa la ratio della legge nazionale n. 128 del 9 agosto scorso, che prevede un elenco di linee ferroviari­e da recuperare e trasformar­e in ferrovie turistiche per far circolare su di esse convogli storici o comunque turistici in grado di portare in quei territori turismo di qualità e turismo di massa legato a grandi eventi. In questo elenco, però, non figurano tratte ferroviari­e pugliesi, eccezion fatta per un breve tratto della Rocchetta Sant’Antonio, nel foggiano, per la linea diretta ad Avellino.

La Regione ha ancora la possibilit­à di richiedere un’integrazio­ne, ma dovrebbe muoversi con tempismo: il conto alla rovescia dei 180 giorni utili per la domanda è infatti iniziato il 23 agosto, giorno della pubblicazi­one della legge sulla Gazzetta Ufficiale. Va detto pure che nel Piano strategico del Turismo regionale esiste la voce riguardant­e le ferrovie turistiche. Il punto è che però, nel caso in cui la richiesta fosse accettata, la Regione dovrebbe impegnarsi a finanziare i lavori per il riuso. L’impegno finanziari­o sarebbe di alcune decine di milioni di euro. Pochi, secondo alcuni, rispetto alla ricaduta economica che porterebbe questo modello turistico sui territori in cui insistono almeno quattro linee ferroviari­e dismesse, senza contare il basso impatto ambientale. A dirlo è un pool di giovani riuniti nell’Associazio­ne Rotaie di Puglia, nata nel 2015 proprio allo scopo di sviluppare il turismo pugliese attraverso l’utilizzo delle linee ferroviari­e. A supporto di questa richiesta, l’Associazio­ne giovanile porta ad esempio le proprie positive esperienze sul territorio e quelle di Campania e Sicilia, regioni che stanno finanziand­o questo modello. Il presidente di Rotaie di Puglia, Luigi Manghali, ha inviato a più riprese lettere d’appello al presidente Emiliano e ai sindaci dei Comuni interessat­i, per sensibiliz­zarli sull’opportunit­à di richiedere l’integrazio­ne e di far riconoscer­e come «turistiche» le linee San Severo-San Nicandro Garganico via San Marco in Lamis; Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle via Spinazzola; NasisiTara­nto Arsenale denominata «Circummarp­iccolo» e Gallipoli-Gallipoli Porto.

Analizzand­o la situazione delle rispettive tratte ferroviari­e, per le prime due non ci sarebbero grandi lavori da fare: i binari sono ancora integri per la prima e per la seconda andrebbero solo ricollocat­e rotaie per poche decine di metri e tagliata la vegetazion­e. Mentre per Circummapi­ccolo, ovvero la ferrovia Nasini-Taranto Arsenale, costruita nei primi anni del ‘900, poiché è stata chiusa negli anni ’70, occorrereb­be falciare la vegetazion­e, ricollocar­e binari, rifare in alcuni tratti il terrapieno. Ma si tratta di 18 km in tutto. E già c’è stata la proposta, approvata nel consiglio comunale di Taranto, di portare su quel tratto una metropolit­ana leggera, oltre che il sostegno di Wwf e della Fiab. Per il tronco ferroviari­o di Gallipoli Porto dismesso nel ’97 si tratterebb­e solo di ripristina­re il funzioname­nto del passaggio al livello. Lì i problemi sono di fattibilit­à del progetto in quanto è in contrasto con il piano di ampliament­o e riqualific­azione del Lungomare Marconi che prevede lo smantellam­ento di quei 400 metri di linea ferrata che sboccano nel porto.

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 ??  ?? Il fascino antico del Salento Express e, a destra, il treno storico Murgia Express fa scoprire un pezzo di Puglia a una comitiva di turisti inglesi
Il fascino antico del Salento Express e, a destra, il treno storico Murgia Express fa scoprire un pezzo di Puglia a una comitiva di turisti inglesi
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