Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Uccio e le tasse: «Io evasore? Mi sembra una barzelletta»
Il comico è indagato per una cifra superiore al milione
Uccio De Santis, è indagato per evasione fiscale di oltre un milione e trecentomila euro. Non è una barzelletta? «Una cifra assurda. Se avessi certe cifre sul conto, smetterei di lavorare. Sono tranquillo. Non sono una vittima ma sono ferito dall’invidia che mi scaricano contro gli odiatori sui social». (Il comico pugliese, dopo il successo televisivo con La sai l’ultima? nel 1998, è diventato una maschera popolare in Puglia, veicolata attraverso la sit-com Mudù. Ha oltre cinquecentomila follower si Facebook. Angela Morea, pm della Procura di Bari, indaga per presunta evasione fiscale il cabarettista. Il Corriere lo ha raggiunto mentre registra nuove puntate della sua trasmissione a Matera).
E’ sorpreso da questa inchiesta?
«L’indagine parte dal 2011 al 2016. Il 2011 è un anno realmente chiuso, per il quale ho ottenuto la rateizzazione delle sanzioni dall’Agenzia delle Entrate per 12mila euro. Insomma pagherò con rate trimestrali, come un cittadino normale che ha sbagliato».
Come si spiega questa querelle?
«C’è questa verifica che si è chiusa “per deduzione” con l’importo di oltre 1,3 milioni di euro. Tutto è da verificare, nella giusta sede».
Come ha accolto i finanzieri nella sua abitazione a Bitetto?
«Sono venuti alle sette del mattino e sono stati molto educati. Ma questo succede proprio a me…». In che senso? «Mi considero una persona che si rimbocca le maniche, ogni giorno, fino a mezzanotte. Dicono che ho fatto tre esibizioni in una serata. Sembra una barzelletpartire ta…».
Gli investigatori indagano anche su altri suoi comportamenti.
«Ho fatto tante manifestazioni insieme al mio gruppo per beneficienza e questo è il premio o il regalo per me contribuente. Sa quanto paga ogni mese Uccio e la sua produzione di contributi? Quattro-cinquemila euro».
Perché i suoi compensi transitavano sul conto di sua moglie?
«Posso dire che in 5 anni c’è solo un assegno di 1500 euro che ho dato a mia moglie. Doveva in vacanza. Sono stati “scartavetrati” tutti i miei conti familiari e quelli di mia figlia di 18 anni». Si sente una vittima? «Non mi sento perseguitato, la compagnia nostra è quella che paga più contributi nel Sud Italia».
Una presunta evasione non fa ridere. Come la prenderanno i fan?
«Più della notizia dell’inchiesta mi colpisce la cattiveria sul web. Mi scrivono: “Devi andare in galera e devono buttare la chiave”. Assurdo. Poi ci sono tanti più riflessivi, aspettano notizie certe, che chissà quando arriveranno». Teme di perdere contratti? «No, perché tutto quello che ho fatto l’ho sudato. Lavoro per passione, spesso copriamo solo le spese, sulle navi crociere facciamo cambio merce con la location…».
Che ne sarà degli impegni in agenda?
«Avevo una serata domenica prossima vicino Pescara: l’ho fatta saltare. Non sono riuscito ad annullare l’andata a New York, il 26 e 27 novembre per i nostri emigrati pugliesi».
Nel 2012 avrebbe maturato un reddito di oltre 361mila euro. Più di un calciatore di B.
«L’anno prima poco migliaia di euro. Il reddito si è moltiplicato? In ogni caso ho fiducia nella magistratura e nella Guardia di Finanza: faranno il loro lavoro. Sono sereno».
Questa formula in politica porta burrasche.
«Non ho ancora nominato un penalista. Andrò (oggi, ndr) a Buon pomeriggio su TeleNorba a presentare la nuova serie di Mudù. Sono troppo popolare, non ho una casa mia, ho in banca solo 3000 euro. Ci ho rimesso 1 milione di euro per fare il mio film. Tutto alla luce del sole…».