Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ecco gli invisibili baresi La disperazione dei senza fissa dimora
Maschio, giovane, straniero: è la prima ricerca che li fotografa
Gli invisibili in città, le persone senza dimora, sono circa 550. La metà sono stranieri. Il dato è rilevato da un’indagine del Comune di Bari in occasione della Giornata Mondiale contro la povertà proclamata dall’Onu nel 1992. L’Assessorato comunale al Welfare ha illustrato i risultati della rilevazione condotta a giugno a Bari attraverso un questionario sottoposto a 150 persone ospiti delle strutture e dei servizi cittadini: è emerso che i senza dimora sono uomini per circa l’85 per cento. Il 52, 3 per cento è composto da persone straniere che provengono da 24 paesi diversi. Oltre il 50 per cento è in Italia da meno di tre anni. «Significativo è inoltre il dato relativo all’età - si legge in una nota del Comune - che mostra una differenza sostanziale tra le persone senza dimora italiane e quelle straniere. Tra queste ultime, infatti, vi è una netta prevalenza di giovani di età inferiore ai 34 anni (il 76,9 per cento), mentre fra gli italiani il 64,7 per cento ha più di 45 anni».
Dall’indagine del Comune è emerso ancora che il tasso di scolarizzazione è relativamente alto: il 24, 3 per cento ha dichiarato di essere in possesso di un diploma di scuola media superiore o anche di un titolo di studio superiore. Il 13, 5 per cento ha dichiarato di non aver invece alcun titolo di studio. Un’altra parte ha detto invece di non sapere nè leggere nè scrivere. In questo caso si tratta di migranti che in Italia sono arrivati da poco tempo.
Per quanto riguarda la durata della condizione di senza fissa dimora, il 53, 7 per cento ha affermato che si tratta di una condizione che va avanti da oltre due anni, mentre il 23, 5 per cento da meno di sei mesi. Il maggior numero dei clochard ha detto di aver abbandonato le condizioni di vita precedenti perché precarie o provvisorie (il 28, 7 per cento). La perdita di un lavoro stabile o la difficoltà economica (il 21, 7 per cento), insieme alla separazione dal coniuge anche per Bari, si confermano tra i motivi scatenanti del percorso di progressiva emarginazione che conduce alla condizione di senza fissa dimora. Il 63, 7 - è emerso ancora dall’indagine - prima di trovarsi nella condizione di invisibile aveva una propria casa. Il 62,8 per cento degli intervistati ha dichiarato di avere un lavoro. Pur se si tratta di occupazioni saltuarie (stagionali in campagna, pulizie, facchino o parcheggiatore abusivo). Molti di loro hanno sostenuto di essere alla costante ma invana ricerca di un lavoro. Situazione che perdura da tre anni. Il guadagno medio mensile dichiarato è di 235 euro: solo il 7,7 per cento ha detto di guadagnare più di 500 euro, mentre il 28,6 per cento meno di 100 euro. Solo il 26 per cento ha detto di aver avuto in passato un lavoro stabile terminato col licenziamento o cessazione dell’attività.
«Questa rilevazione, mai realizzata prima d’ora a Bari, costituisce una base importante per la programmazione di interventi pensati e predisposti a seguito di un lavoro condotto per sei mesi dalla rete cittadina per il contrasto alla grave emarginazione adulta - ha detto l’assessora al Welfare Francesca Bottalico. Con il prezioso contributo di circa venti realtà locali abbiamo dato vita a un tavolo permanente in modo da raccogliere esperienze e bisogni e individuare insieme degli interventi efficaci e in grado di costruire un reale percorso di reinserimento sociale, lavorativo e abitativo. Nelle prossime settimane presenteremo alla città il piano di azioni mirate a sostegno degli adulti in situazioni di grave marginalità, che si integra con la programmazione ordinaria e punta a qualificare un settore operativo nuovo e destinato a sviluppare interventi innovativi».
Bottalico Questa rilevazione, mai realizzata prima è una base molto importante per la programmazione Nell’ultimo decennio il fenomeno delle persone senza dimora ha subito delle trasformazioni sostanziali