Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Cervelli rurali» Perché è utile fermare la loro fuga
Un dialogo costruttivo tra Europa, Mediterraneo e Africa è oggi indispensabile per rafforzare la sicurezza alimentare, favorire uno sviluppo più inclusivo e prevenire le migrazioni di necessità.
In questa direzione il Ciheam ha consolidato il suo partenariato con le autorità europee, oramai consapevoli dell’importanza delle sfide della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale per una maggiore stabilità nel Bacino mediterraneo.
A seguito del ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima, l’Europa ha più che mai l’occasione di ritrovare una dimensione geopolitica sulle questioni alimentari e agricole, in modo particolare mantenendo la Pac al centro della propria missione.
L’Europa può agire concretamente per ridurre le incertezze e contribuire all’equilibrio alimentare e allo sviluppo agricolo nel Nord Africa e nel Medio Oriente.
Allo stesso tempo, gli ingenti movimenti di popolazioni nella Regione impongono una duplice responsabilità: la gestione della crisi umanitaria e l’identificazione di strumenti efficaci, a lungo termine, per attenuare le conseguenti tensioni. Le migrazioni hanno sempre svolto un ruolo fondamentale nelle dinamiche di sviluppo.
Tuttavia, l’azione politica e della cooperazione è spesso indotta a soffermarsi più sulle conseguenze di questi fenomeni, che sulle azioni concrete che permetterebbero di prevenirli o meglio gestirli.
Non ci può essere pace senza sicurezza alimentare. Non ci può essere sicurezza alimentare senza produzione agricola. Non ci può essere agricoltura senza sviluppo rurale. La sicurezza alimentare e l’agricoltura sono strettamente connesse alla pace e alla stabilità dei territori e devono essere considerate come sfide prioritarie, nel medio e nel lungo periodo, per prevenire gli spostamenti forzati e le migrazioni.
Il potenziale -spesso non sfruttato- dei giovani, la loro impiegabilità e partecipazione attiva alla vita dei territori rurali (di cui sono componente vitale e difficilmente sostituibile), rappresentano un asse portante di riflessioni e azioni per prevenire l’esodo rurale. Le migrazioni non apportano, dunque, grandi benefici ai giovani. Contrastare la «fuga dei cervelli rurali» richiede sicuramente una maggiore inclusione delle zone interne e agricole nelle dinamiche di sviluppo e di crescita economica dei paesi, attraverso prospettive di lavoro dignitoso e diversificato, a forte impatto sociale per i giovani delle aree rurali. Inoltre, i territori rurali devono poter offrire attrattive culturali per le giovani popolazioni alla ricerca di uno stile di vita più urbano.
Sviluppare politiche agricole adeguate, dunque, può essere uno strumento necessario per creare benessere rurale. Secondo la Fao, infatti, l’investimento in agricoltura è undici volte più efficace per la riduzione della povertà rispetto a qualsiasi altro settore.
Pur non essendo una soluzione miracolosa, l’agricoltura ha in sé un immenso potenziale come strumento di sviluppo, resilienza e pace.