Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Candidature Lotti arringa il Pd ma chiede unità
Il ministro allo sport, Luca Lotti, ha riunito a Mola la corrente renziana.
Il ministro dello sport, Luca Lotti, riunisce all’hotel La Baia la corrente renziana. Arringa la platea invitandola all’impegno preelettorale. Ma, nello stesso tempo, invita alla calma e alla pazienza. Si rivolge soprattutto a coloro che scalpitano per una postazione utile dalla quale aspirare ad un posto in Parlamento. La riunione si tiene nel pomeriggio di ieri, poco prima del volo di rientro a Roma e dopo 36 ore trascorse a Bari: un convegno lunedì sera, ieri mattina la visita a due impianti sportivi da rimettere in sesto con i fondi del capitolo Sport e periferie, un pranzo al centro diurno di padre Giuseppe Di Stefano a Mola, al pomeriggio l’incontro con i renziani. Neppure un minuto per salutare Michele Emiliano. Il quale, richiesto di un commento da parte dei cronisti, corruga la fronte e rifiuta di rispondere.
Lotti chiama alla calma in vista delle urne. Sarebbe un errore, fa intendere ai compagni di corrente, dividersi all’interno del Pd. E, tuttavia, siccome i linguaggi della politica sono espliciti, il mancato saluto al governatore significa che la tensione con il governatore resta alta. Ad ogni modo, dice Lotti, occorre essere disponibili. «Lo sono perfino io» dice il ministro: si riferisce all’sms inviato due anni fa ad Emiliano perché incontrasse un imprenditore e dal governatore fatto conoscere ai magistrati che indagavano sul caso Consip.
Insomma, calma e tranquillità, inutile dar fuoco alle polveri. Tanto più che, prima o poi, il conflitto sulle candidature verrà fuori. In platea ci sono il sindaco Antonio Decaro, l’eurodeputata Elena Gentile, i deputati Elisa Mariano e Ludovico Vico, il segretario regionale Marco Lacarra, il consigliere regionale Ruggiero Mennea, l’ex Giovanni Epifani. C’è chi nota anche Ludovico Abbaticchio, già assessore comunale a Bari, voluto da Emiliano nel ruolo di Garante dei minori: per questo qualcuno lo considera un infiltrato.
Molti hanno tentato (senza riuscirci) l’approccio diretto con Lotti: vorrebbero rassicurazioni sulla candidatura, ma è difficile averne. Occorrerà trovare il punto di equilibrio tenendo conto degli uscenti che vogliono essere ricandidati, degli orlandiani da garantire, dei numerosi emilianisti da accontentare. Si dice di una larga schiera di aspiranti, nei confronti dei quali Emiliano ha firmato cambiali politiche. Ed è per questo, si dice, che il governatore insiste per avere una lista civica che affianchi il Pd nella competizione elettorale. Lotti, in mattinata, con Decaro e Lacarra, visita l’ex campo sportivo di Catino che diventerà un tappeto verde per il rugby e il football (con un milione di euro di fondi statali) e poi l’impianto di atletica «Bellavista» che sarà rimesso a nuovo (800mila euro). Ai cronisti che gli chiedono commenti sulla lista civica proposta da Emiliano, evita di rispondere («parlo solo di sport»). Ma fa capire di non essere contrario ad una formazione che affianchi il Pd: potrebbe essere utile, con la legge elettorale in arrivo, ma occorrerà allestirla in tutta Italia, non solo in Puglia, non è una passeggiata.
Il clima, alimentato dall’aria da competizione proporzionale, resta teso. Emiliano evita di commentare la messa in mora di Mdp e di uno dei suo leader, Massimo D’Alema («Emiliano rischia di perdere la maggioranza in Regione»). «Non ho intenzione di rispondere - ha detto il governatore - e non voglio aizzare risposte e controrisposte». D’Alema da Taranto continua a martellare con metodo. Prima si riferisce alla Regione («Emiliano è intelligente e capirà») e poi alle aperture di Walter Veltroni perché si riduca la frattura tra Pd e scissionisti. «Apprezzo l’appello ma il problema è che ci sono nodi politici. Le divisioni che si sono prodotte non sono il frutto di rancori personali, ma di visioni molto diverse». Per ridurre la distanza c’è una sola possibilità: che il Pd torni a fare politiche «di centrosinistra». La distanza resta.
All’incontro anche Abbaticchio, vicino a Emiliano, che qualcuno considera un infiltrato