Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Era lucido e concreto come i baresi migliori
Se n’è andato via Paolo Laterza, seguendo il fratello a sedici anni di distanza, ma sono sicuro che in qualche luogo riuscirà a incontrarlo per raccontargli, con il suo sguardo ironico e affettuoso, che la casa editrice ha continuato a percorrere la propria strada conservando il suo prestigio in un mondo delicato e difficile. Paolo era avvocato e non editore, ma ebbe un ruolo importante e decisivo quando si trattò di garantire l’autonomia della Laterza dagli appetiti di chi tentò, riuscendoci in più occasioni, di incorporare le case editrici importanti sotto un unico comando e un solo padrone. Da tempo la Laterza era anche romana, ma senza quell’intervento da Sud probabilmente avrebbe perso la sua indipendenza. Paolo non amava, come si dice a Bari, «comparire». Non amava i toni alti e declamatori, anzi ne diffidava, ma nei momenti delicati c’era sempre, lucido e concreto, come i baresi migliori: più che l’immagine curava la sostanza. Aveva curiosità per le persone nuove, le studiava con discrezione, ma una volta che aveva deciso di poter avere fiducia, sapeva trattarle con franchezza ed affetto. Il suo fastidio per la retorica non era, come accade per molti, l’anticamera del cinismo, ma al contrario un criterio per non perdere d’occhio gli obiettivi importanti, i momenti nei quali bisogna esserci e accettare le sfide. Sono sicuro che ci chiederebbe di essere sobri anche nel ricordarlo, ma noi non possiamo dimenticare che cosa gli dobbiamo tutti.