Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I guerrieri di Sandro Chia in mostra nella Pinacoteca
L’esercito cinese di Xi’an, rivisitato dall’artista toscano, da sabato in mostra alla Pinacoteca
Non si ferma l’avanzata barese dell’esercito di terracotta e dopo la sortita estiva dei disciplinati guerrieri cinesi all’Archivio di stato, è ora la Pinacoteca Metropolitana «Corrado Giaquinto» ad accogliere le guardie dell’imperatore Qin Shi Huangdi. Si tratta di copie, rieditate dal governo cinese e personalizzate da Sandro Chia in varianti multicolor come del resto dovevano apparire un tempo, quel lontanissimo III secolo a.C. in cui videro la luce.
Da domani fino al 31 marzo 2018, Sandro Chia e i guerrieri
di Xi’an, l’esposizione curata di Clara Gelao ed Enzo Di Martino, approda a Bari, dopo aver toccato altre tappe italiane, con nove grandi guerrieri, un cavallo, sette piccole teste una selezione di opere grafiche. La famosa armata, rinvenuta a Xian nel 1974, è per il maestro della Transavanguardia un «readymade», un’ icona già confezionata su cui infonde accese cromie con una cifra pop che ne decuplica l’aura. Pennellate di timbro gestuale irrompono sulle sculture imponendo una cifra stilistica che Chia (Firenze 1946) ha sperimentato più volte nella sua produzione, condivisa concettualmente con gli altri artisti del gruppo, promosso dal critico Achille Bonito Oliva. Ossia ha recuperato il piacere della citazione, di una disinvolta contaminazione e della storia della pittura. Per esempio guardando con attenzione all’eredità della Metafisica di De Chirico, come pure alla ricerca spaziale e figurativa di Picasso o alla componente onirica di Chagall, in un mix di linee e colori dove, tra le figure del presente, emergono immagini della cultura artistica del passato.
Spesso orientati a una monumentalità tormentata e carica di citazioni, i suoi lavori uniscono l’interesse per la scultura a quello per il colore, in una continua migrazione tra stili, tecniche e materie. Pertanto l’incontro con i guerrieri cinesi non fa che accrescere il suo personalissimo e popolato esercito di silenti presenze.