Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Avvocati, rinnovarsi per battere la crisi
«È necessario riconoscere la specificità della professione, senza però accettarne l’immutabilità. La capacità di affrontare il cambiamento dipenderà per gli avvocati dalla loro disponibilità alla specializzazione e all’innovazione». Lo ha detto a Bari il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervento in un convegno sul ruolo dell’avvocatura. «Serve un’idea nuova della professione» ha continuato il ministro, invitando a «mettere insieme professioni diverse» in un nuovo «approccio multidisciplinare». Al centro del convegno c’era proprio la necessità di rinnovamento della professione forense per superare la crisi che ha coinvolto tutte le categorie professionali della società italiana. «L’avvocatura è diventata ormai una professione che si sta proletarizzando» ha detto nella sua introduzione l’avvocato Michele Laforgia, socio di Polis, prima cooperativa di avvocati costituita in Italia. Laforgia ha ricordato che «i due terzi degli avvocati sono sotto la soglia di povertà, dal 2009 al 2015 il reddito degli avvocati è calato del 25 per cento e, mediamente, le donne guadagnano la metà degli uomini». Per Laforgia «uno dei futuri possibili è dar vita a forme di aggregazione fra gli avvocati» e «specializzarsi». «Le nuove forme associative - ha commentato il presidente del consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin - sono modelli che non vanno scoraggiati ma perfezionati: se lo strumento viene inteso come una possibilità di aiuto e di sostegno soprattutto dei più giovani, allora esso rappresenta una concreta possibilità di ottimizzare l’organizzazione degli studi legali e migliorare il servizio al cliente».
Intanto, il ministero della Giustizia ha annunciato che finanzierà l’avvio della progettazione del Polo Giudiziario di Bari. La decisione è stata formalizzata ieri dal ministro Orlando.
toponomastica. Come non ricordare i commercianti di tessuti, i fratelli Giorgio o i Gomes, che rifornivano grandi aziende del Nord Italia? La globalizzazione ha livellato tutto verso il basso»: Simone Di Cagno Abbrescia, imprenditore, è stato sindaco dal 1995 al 2004. «Nella mia prima giunta - analizza ancora - nominai tanti esponenti della società civile come l’accademico Mimmo D’Oria, l’architetto Mimmo Massimeo, l’avvocato Mario Carrieri o il sociologo Alex Napoli. Una esperienza ripetibile? L’attuale politica è troppo autoreferenziale». Infine una proposta: «Ci vorrebbe una grande coalizione delle persone di buona volontà, oltre destra e sinistra. Bisogna riprendere a dare un contributo non a se stessi, ma per far crescere la città. L’alternativa è l’allargamento del distacco tra establishment e popolo».