Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Artrosi, un problema sempre attuale
Ne soffrono 4 milioni d italiani e, secondo le stime, la diffusione della malattia crescerà in modo esponenziale, nei prossimi anni. E anche i costi sociali
Secondo le statistiche, quattro milioni di italiani soffrono di artrosi, il più frequente e invalidante tra i disturbi muscoloscheletrici. Si tratta di una patologia degenerativa cronica che provoca un deterioramento della cartilagine delle articolazioni. Tra le cause principali, sono state solitamente indicate l’invecchiamento della popolazione e la condizione di sovrappeso individuale. Di recente, però, sono stati pubblicati i risultati di una ricerca realizzata da un gruppo di studiosi statunitensi, coordinati da un professore di paleoantropologia dell’università di Harvard. La tesi sostenuta, in sintesi, è che l’artrosi potrebbe non essere conseguenza dell’invecchiamento e dell’obesità o, quantomeno, non soltanto di quei due fattori. Ma soprattutto dell’ambiente in cui si vive.
LO STUDIO Il confronto tra epoche ha evidenziato che, a parità di età e di indice di massa corporea, la fascia di popolazione che oggi soffre di artrosi è molto più ampia sia rispetto all’inizio del ‘900 sia durante la preistoria. Forti dell’integrazione con altri parametri quali sesso, mestiere ed etnia degli individui studiati, i ricercatori hanno infatti osservato che le persone nate dopo la seconda guerra mondiale hanno il doppio delle probabilità di soffrire di artrosi al ginocchio, rispetto al passato. È un risultato inatteso perché longevità e indice di massa corporea sono gli elementi più correlati all›insorgere dell›artrosi. Questa tesi, al momento, non è supportata da nessuno studio clinico, ma rappresenta una nuova traccia, per la comunità scientifica internazionale, sulla quale lavorare. Un altro fattore da considerare è il patrimonio genetico. Nessun gene, fino ad ora, è stato identificato come responsabile di artrosi, ma c’è una familiarità nella predisposizione alla malattia, soprattutto da madre a figlia (la malattia è più frequente nelle donne, rispetto agli uomini).
LA PREVENZIONE L’artrosi si può prevenire con una sala alimentazione e anche facendo attenzione a quali attività si svolgono. Alcune professioni, si sa, comportano un notevole stress articolare e non solo quelle comunemente definite usuranti. Anche il lavoro di ufficio può nascondere insidie per le nostre ossa. Per esempio, l’utilizzo quotidiano e per un certo tempo della tastiera può contribuire a sviluppare artrosi della mano. Piccoli accorgimenti (leggere atro articolo in questa pagina), per garantire una posizione comoda, corretta e il busto eretto possono risparmiare nel futuro dolori, cure mediche e anche ingenti spe- se. Negli ultimi anni, la ricerca sui meccanismi patogenetici all’origine dell’osteoartrosi ha chiarito che le alterazioni metaboliche nei tessuti articolari costituiscono un’emergenza sanitaria sempre più rilevante. E le proiezioni indicano una crescita esponenziale della malattia nei prossimi anni, che quindi richiederà sempre più operatori sanitari, strutture e spesa sociale per farvi fronte. Di conseguenza, crescerà notevolmente anche il numero delle protesi. Attualmente, l’Italia è tra i primi paesi in Europa, con oltre 200mila installazioni di protesi ogni anno. Quali le terapie più sicure e i rimedi più efficaci per i pazienti? Se da un lato la sostituzione dell’articolazione con una protesi parziale o totale può essere la soluzione a una limitazione funzionale grave e invalidante, la possibilità di trattare efficacemente la sintomatologia dolorosa con adeguate terapie farmacologiche e fisioterapiche, associate da infiltrazioni articolari, potrebbe permettere un minore ricorso alla chirurgia protesica. Con benefici, s’intende, anche sociali.
Buone abitudini che aiutano a prevenire la malattia: tenere una posizione corretta del busto, evitare vestiti troppo stretti e tacchi alti, mangiare sano.