Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Premio Murat promuove il «signor Origami»
Lo scrittore, oggi a Bari per la consegna del riconoscimento, è nato in Belgio da genitori italiani
Inaugurato nel 2001 e giunto quest’anno, con cadenza biennale, alla nona edizione, il «Prix Murat - Un romanzo francese per l’Italia» è uno degli appuntamenti letterari più autorevoli del capoluogo pugliese. Organizzato, nell’ambito dell’Università di Bari, dal Groupe de Recherche sur l’Extrême Contemporain (Grec), diretto dal francesista Matteo Majorano, il premio è cresciuto negli anni, guadagnandosi riconoscimenti istituzionali, come l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Finalizzato alla valorizzazione della produzione narrativa francese più recente, inedita in Italia, svolgendo così una strategica funzione di scouting per l’editoria nazionale, il Premio Murat ha, edizione dopo edizione, prodotto un palmarès importante, individuando autori oggi affermati, quali, tra gli altri, Maxence Fermine e Maylis de Kerangal, ma soprattutto promuovendo un crescente coinvolgimento del territorio, grazie al meccanismo di giuria che affida, sulla selezione di titoli effettuata dagli organizzatori, la scelta del vincitore agli studenti universitari e medi superiori di istituti pugliesi che studiano il francese.
Alle votazioni di quest’anno, concluse lo scorso maggio, hanno partecipato ben ventiquattro istituti e oltre mille giovani lettori, coinvolti in incontri con gli autori, seminari e conferenze. Si tratta, dunque, di una meritoria attività di incentivo della lettura presso una fascia, quella degli adolescenti, che, supportati dalla scuola, rappresentano l’unica speranza in un territorio che, purtroppo, registra dati statistici sco- raggianti quanto a consumi culturali e lettura in particolare. Battendo Marie Redonnet, La femme au colt 45 (Le Tripode, 2016) e Emmanuel Venet, Marcher droit, tourner en rond (Verdier, 2016), si è aggiudicato la nona edizione del Prix Murat, con 552 voti su 1277, JeanMarc Ceci, autore di Monsieur Origami, pubblicato in Francia da Gallimard e ora tradotto in italiano da Laura De Tomasi, col titolo Il signor Origami (Salani 2017, pp. 144, euro 13.90).
Si tratta del romanzo d’esordio, già vincitore in Francia del Prix Edmée-de-La Rochefoucauld, di Ceci, nato in Belgio nel 1977, con doppia nazionalità belga e italiana, in virtù dei natali marchigiani del padre e delle origini siciliane della madre. Più che di romanzo, il suo, per stile narrativo e misura, è una parabola sapienziale che, emulando nella grazia e nella parsimonia espressiva la filosofia giapponese, pennella l’incontro tra mentalità orientale e occidentale. La storia è quella del maestro Kurogiku, che ha ereditato dal padre l’arte della fabbricazione di washi, la carta giapponese ideale per la realizzazione di origami. Abbandonato il Giappone per un’inconfessabile inquietudine e alla ricerca di una misteriosa fanciulla, giunge in un luogo sperduto dell’entroterra toscano, ove conduce vita da eremita. Qui, incontra il giovane italiano Casparo, impegnato a sua volta nella progettazione di un complicato orologio meccanico. Tra i due si avvia un dialogo che porterà a reciproche agnizioni e illuminazioni e che svelerà infine quanta ombra alberghi dietro la bellezza.