Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Anche a noi più autonomia»
Emiliano lancia la sfida. Nega il collegamento tra Tap e rete nazionale e impugna l’Aia dell’Ilva
«Chiederemo anche noi l’autonomia». Lo ha detto Michele Emiliano presidente della regione Puglia a «Porta a Porta». «La questione meridionale - ha detto il governatore - non si risolve con il pietismo ma dando al sud il tempo per raggiungere gli obiettivi come nord con il sostegno delle altre regioni e poi o dentro o fuori». Intanto ieri la Giunta regionale ha espresso parere contrario all’intesa che il governo ha raggiunto con Tap per la realizzazione del metanodotto, lungo 55 chilometri, che dovrà collegare Tap alla rete dei gasdotti italiani. Sempre ieri è stato reso noto che «la Regione Puglia intende impugnare il decreto per l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale)» rilasciata per lo stabilimento siderurgico dell’Ilva di Taranto.
Michele Emiliano è lontano mentre la sua maggioranza va in ebollizione a Bari. In mattinata è a Caposele, a celebrare la realizzazione di un’opera strategica per l’approvvigionamento idrico. Nel pomeriggio è a Roma e interviene su tre questioni. Reclama più autonomia per la Regione; chiede un negoziato sul prezzo del gas per concedere l’intesa alla costruzione del raccordo tra il gasdotto Tap e il nodo Snam di Mesagne; infine si schiera con il Comune di Taranto che ha deciso di impugnare l’autorizzazione integrata ambientale per l’Ilva.
Sono tre vicende cruciali. Il primo atto è la riproposizione (in televisione, a Porta a porta) di un concetto che aveva già espresso. «Chiederemo anche noi maggiore autonomia» come hanno fatto o stanno facendo Emilia, Lombardia e Veneto (le ultime due facendosi legittimare da un referendum consultivo). Il tema è noto. Emiliano non ritiene di dover fare ricorso alla consultazione referendaria (atto superfluo) e vuole affidarsi al metodo scelto dall’Emilia: una trattativa con il governo per raggiungere «l’intesa» necessaria ad ottenere la gestione su alcune o tutte le 23 materie concorrenti (quelle in cui lo Stato detta le norme di principio e la Regione le disposizioni di dettaglio). Se la trattativa andasse a buon fine l’amministrazione regionale assumerebbe competenza piena. Per di più, chiarisce Emiliano, questo consentire di «far diminuire il conflitto tra Stato e Regioni».
Nessun timore che maggiore autonomia si traduca in mancanza di solidarietà tra territori («questo è escluso», dice Emiliano) oppure condizioni di sfavore per il Mezzogiorno. «La questione meridionale - dice il governatore - non si risolve con il pietismo ma dando al Sud il tempo per raggiungere gli obiettivi come il Nord, con il sostegno delle altre Regioni. Poi o dentro o fuori».
Secondo tema: l’arrivo del gas in Puglia. La giunta regionale, su proposta dall’assessore Caracciolo e su indicazione di Emiliano, approva una delibera con cui spiega che è non è possibile concedere l’«intesa» alla realizzazione del raccordo tra Melendugno (approdo di Tap) e il nodo Snam di Mesagne (dove il gas verrà immesso nella rete nazionale). Mancano, secondo la Regione, «elementi conoscitivi» importanti. Non è un No assoluto, piuttosto un modo per aprire la trattativa.
La giunta lo riconosce esplicitamente. Nella fase di contrattazione che il ministero dello Sviluppo economico aprirà a seguito della mancata intesa, la Puglia potrà far valere le proprie richieste. In due direzioni: miglior inserimento dell’opera nel territorio e un confronto (con tutti gli enti interessati) per definire un prezzo del gas che offra «condizioni vantaggiose di fornitura alle imprese». In questo modo, la Regione mira ad «agevolare i necessari percorsi di decarbonizzazione per l’Ilva e la centrale termoelettrica di Brindisi. Emiliano lo aveva detto sabato scorso parlando a Bari: prezzi più bassi aiutano a sostituire il carbone con il gas.
Se la Regione avesse semplicemente pronunciato un «No» all’intesa, il dossier sarebbe finito direttamente nelle mani di Palazzo Chigi «con conseguente significativa compressione del margine di contrattazione». Insomma: non ci sarebbe stata trattativa.
Emiliano, infine, decide di impugnare l’autorizzazione integrata ambientale sull’Ilva. «Faremo fronte comune con il Comune» promette dopo l’analogo annuncio del sindaco Rinaldo Melucci. «Ancora una volta - sottolinea - il governo ha ignorato le criticità rappresentate dagli enti locali, dall’Arpa e dalla Regione». I ministri Gian Luca Galletti e Carlo Calenda (Ambiente e Sviluppo) si dicono «stupiti» per la decisione di impugnare un provvedimento «che rende ancora più solido e rigoroso il piano ambientale per l’Ilva». Calenda fa sapere che il confronto sindacale sugli esuberi riprende il 31 ottobre. Si preannunciano settimane calde.