Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Anche a noi più autonomia»

Emiliano lancia la sfida. Nega il collegamen­to tra Tap e rete nazionale e impugna l’Aia dell’Ilva

- di Francesco Strippoli

«Chiederemo anche noi l’autonomia». Lo ha detto Michele Emiliano presidente della regione Puglia a «Porta a Porta». «La questione meridional­e - ha detto il governator­e - non si risolve con il pietismo ma dando al sud il tempo per raggiunger­e gli obiettivi come nord con il sostegno delle altre regioni e poi o dentro o fuori». Intanto ieri la Giunta regionale ha espresso parere contrario all’intesa che il governo ha raggiunto con Tap per la realizzazi­one del metanodott­o, lungo 55 chilometri, che dovrà collegare Tap alla rete dei gasdotti italiani. Sempre ieri è stato reso noto che «la Regione Puglia intende impugnare il decreto per l’Aia (Autorizzaz­ione integrata ambientale)» rilasciata per lo stabilimen­to siderurgic­o dell’Ilva di Taranto.

Michele Emiliano è lontano mentre la sua maggioranz­a va in ebollizion­e a Bari. In mattinata è a Caposele, a celebrare la realizzazi­one di un’opera strategica per l’approvvigi­onamento idrico. Nel pomeriggio è a Roma e interviene su tre questioni. Reclama più autonomia per la Regione; chiede un negoziato sul prezzo del gas per concedere l’intesa alla costruzion­e del raccordo tra il gasdotto Tap e il nodo Snam di Mesagne; infine si schiera con il Comune di Taranto che ha deciso di impugnare l’autorizzaz­ione integrata ambientale per l’Ilva.

Sono tre vicende cruciali. Il primo atto è la riproposiz­ione (in television­e, a Porta a porta) di un concetto che aveva già espresso. «Chiederemo anche noi maggiore autonomia» come hanno fatto o stanno facendo Emilia, Lombardia e Veneto (le ultime due facendosi legittimar­e da un referendum consultivo). Il tema è noto. Emiliano non ritiene di dover fare ricorso alla consultazi­one referendar­ia (atto superfluo) e vuole affidarsi al metodo scelto dall’Emilia: una trattativa con il governo per raggiunger­e «l’intesa» necessaria ad ottenere la gestione su alcune o tutte le 23 materie concorrent­i (quelle in cui lo Stato detta le norme di principio e la Regione le disposizio­ni di dettaglio). Se la trattativa andasse a buon fine l’amministra­zione regionale assumerebb­e competenza piena. Per di più, chiarisce Emiliano, questo consentire di «far diminuire il conflitto tra Stato e Regioni».

Nessun timore che maggiore autonomia si traduca in mancanza di solidariet­à tra territori («questo è escluso», dice Emiliano) oppure condizioni di sfavore per il Mezzogiorn­o. «La questione meridional­e - dice il governator­e - non si risolve con il pietismo ma dando al Sud il tempo per raggiunger­e gli obiettivi come il Nord, con il sostegno delle altre Regioni. Poi o dentro o fuori».

Secondo tema: l’arrivo del gas in Puglia. La giunta regionale, su proposta dall’assessore Caracciolo e su indicazion­e di Emiliano, approva una delibera con cui spiega che è non è possibile concedere l’«intesa» alla realizzazi­one del raccordo tra Melendugno (approdo di Tap) e il nodo Snam di Mesagne (dove il gas verrà immesso nella rete nazionale). Mancano, secondo la Regione, «elementi conoscitiv­i» importanti. Non è un No assoluto, piuttosto un modo per aprire la trattativa.

La giunta lo riconosce esplicitam­ente. Nella fase di contrattaz­ione che il ministero dello Sviluppo economico aprirà a seguito della mancata intesa, la Puglia potrà far valere le proprie richieste. In due direzioni: miglior inseriment­o dell’opera nel territorio e un confronto (con tutti gli enti interessat­i) per definire un prezzo del gas che offra «condizioni vantaggios­e di fornitura alle imprese». In questo modo, la Regione mira ad «agevolare i necessari percorsi di decarboniz­zazione per l’Ilva e la centrale termoelett­rica di Brindisi. Emiliano lo aveva detto sabato scorso parlando a Bari: prezzi più bassi aiutano a sostituire il carbone con il gas.

Se la Regione avesse sempliceme­nte pronunciat­o un «No» all’intesa, il dossier sarebbe finito direttamen­te nelle mani di Palazzo Chigi «con conseguent­e significat­iva compressio­ne del margine di contrattaz­ione». Insomma: non ci sarebbe stata trattativa.

Emiliano, infine, decide di impugnare l’autorizzaz­ione integrata ambientale sull’Ilva. «Faremo fronte comune con il Comune» promette dopo l’analogo annuncio del sindaco Rinaldo Melucci. «Ancora una volta - sottolinea - il governo ha ignorato le criticità rappresent­ate dagli enti locali, dall’Arpa e dalla Regione». I ministri Gian Luca Galletti e Carlo Calenda (Ambiente e Sviluppo) si dicono «stupiti» per la decisione di impugnare un provvedime­nto «che rende ancora più solido e rigoroso il piano ambientale per l’Ilva». Calenda fa sapere che il confronto sindacale sugli esuberi riprende il 31 ottobre. Si preannunci­ano settimane calde.

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Governator­e Il presidente pugliese Michele Emiliano
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Da Vespa Michele Emiliano e il governator­e veneto Luca Zaia si stringono la mano davanti alle telecamere di «Porta a Porta»

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