Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Pasticcio Corecom moltiplicate le poltrone
Il caos mentre si votava la legge. I 5 Stelle: «Tre firme per sfiduciare Emiliano»
L’allargamento dei componenti del Corecom da tre a cinque per dare spazio alla minoranza rischia di spaccare la maggioranza alla Regione.
BARI Il pasticcio Corecom si avvia a soluzione con l’aumento a cinque del numero dei suoi componenti, in modo da far spazio all’opposizione. Ma mentre si risolve un caso si apre un fronte politico rovente nel centrosinistra. Mino Borraccino (Sinistra italiana) abbandona l’Aula mentre si vota e urla di non riconoscersi più «in questa maggioranza» e corre a dimettersi dalla carica di presidente della seconda commissione. Al coro di critiche interno si aggiunge la spina nel fianco di Mdp, mentre dall’opposizione i 5 Stelle annunciano di non riuscire a presentare una mozione di sfiducia contro Michele Emiliano perché mancano «tre firme» e per questo lanciano un appello agli altri partiti di minoranza. Dire che l’acqua è agitata è usare un eufemismo.
Del resto basta vedere: il Consiglio regionale ha recuperato un minimo di capacità produttiva (ieri varate quattro leggi) ma è riuscito a lavorare e tenere il numero legale solo grazie alla presenza in Aula dei fittiani di Dit. Diversamente anche ieri, a causa dell’assenza di molti esponenti di maggioranza, la seduta sarebbe andata deserta. Spalti affollati solo per approvare la legge sul Corecom portata in Aula a tempo di record. Prima di discutere, il presidente dell’assemblea Mario Loizzo ha proclamato l’elezione nel Corecom (comitato per le comunicazioni) di Felice Blasi, Lorena Saracino, Marigea Cirillo: tutti riferibili al centrosinistra. L’elezione era avvenuta ai primi di ottobre e congelata. Proprio per far spazio anche a rappresentanti dell’opposizione si è convenuto tra tutti gruppi (tranne i 5 Stelle) di portare a cinque il numero dei componenti.
La legge approvata stabilisce che i costi non aumenteranno (l’appannaggio previsto per i tre eletti sarà diviso per 5) e prescrive che per eleggere il Corecom, i consiglieri abbiano a disposizione non più di due preferenze (garantisce spazio alla minoranza). Una disposizione transitoria permette di aggiungere due componenti ai tre già eletti (il patto politico è di consentire all’opposizione di votare i propri nomi). Lo si farà quando la legge sarà in vigore, tra qualche settimana. I componenti Corecom eletti in questa legislatura non sono rinnovabili. Non si chiarisce la sorte di Blasi, che secondo alcuni era già ineleggibile, secondo la legge approvata nel 2012. Questo significa che la sua posizione potrebbe essere compromessa da eventuali ricorsi al Tar. Per queste ragioni Gianni Liviano (lista Emiliano) e Borraccino hanno accusato la legge di essere «un mostro giuridico». Borraccino ha suggerito, anche ieri, di far decadere Blasi e liberare così un posto da assegnare all’opposizione, facendo rimanere il Corecom a tre. Poi ha sollevato una serie di domande cui ha preteso «una risposta giuridica e non politica: dal Segretario del consiglio e non dai gruppi». Riguardano la validità dell’avviso pubblico cui hanno risposto decine di esperti (tra i quali gli eletti) e la procedura “a rate” dell’elezione.
«La risposta - promette Loizzo - sarà recapitata in forma scritta». Borraccino protesta, chiede la parola inutilmente, urla. Di fronte all’imperturbabilità di Loizzo abbandona rumorosamente l’Aula. «Quello che è accaduto qui - dice - è un vulnus gravissimo alla dignità dell’istituzione». E poi: «Questa non è la mia maggioranza». Ne ricava una risposta ironica e insofferente da Loizzo: «A malapena è la mia». Il segretario regionale di SI, Nico Bavaro, si schiera con Borraccino: «Brutto segnale per una maggioranza in crisi». Attacca anche Pino Romano (Mdp): «Quella che viene consegnata oggi alla Puglia è una presidenza azzoppata e quanto mai
La nuova soluzione I componenti del Corecom salgono da tre a cinque a garanzia dell’opposizione L’addio Il consigliere di Sinistra Italiana ha anche mollato la presidenza della Seconda Commissione
incerta. Di fronte a questo caos dilagante, il presidente Emiliano farebbe bene a riflettere e a cambiare passo».
I numeri ballano. Oggi la maggioranza sarà messa alla prova: ci sarà da votare il bilancio consolidato, occorre la metà più uno dei consiglieri per farlo passare. Cioè 26 voti, ieri non c’erano.