Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Acqua, De Luca batte cassa: la Puglia paghi
Alla cerimonia per la Pavoncelli è scontro fra i governatori
Botta e risposta polemico sull’utilizzo delle risorse idriche tra i governatori De Luca e Emiliano.
«È chiaro che le risorse naturali non possono esser privatizzate, ma è anche giusto cominciare a ragionare di una forma di ristoro per l’Irpinia. Ne parleremo con grande calma e amicizia con Michele Emiliano». Vincenzo De Luca, governatore della Campania, apre un nuovo fronte di scontro con la Puglia guidata da Emiliano. Questa volta il motivo del contendere non è il riconoscimento della mozzarella dop di Gioia del Colle (che farebbe concorrenza a quella di campana), ma la disponibilità di acqua da immettere nelle reti pugliesi (sempre più a secco). E poco dopo arriva la risposta stizzita del magistrato in aspettativa: «Siamo qui a prendere finalmente atto di una realizzazione che, come progetto, risale agli anni Ottanta. De Luca parli al momento e nelle sedi opportuni».
L’occasione dello scontro è la cerimonia conclusiva della fase di scavo della Galleria Pavoncelli bis a Caposele (condotta idrica di 9 chilometri che dalla Valle del Sele arriva nel territorio irpino di Conza) a cui hanno partecipato il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e gli stessi governatori. Eppure Emiliano — supportato dal capo di gabinetto Claudio Stefanazzi e dal presidente-direttore generale di Aqp Nicola De Sanctis — aveva ipotizzato una «grande famiglia» delle regioni del Sud unite sul fronte dell’acqua. L’obiettivo era di affidare ad Aqp il servizio idrico integrato almeno di Puglia, Basilicata, Campania e Molise. A tal fine Aqp ha anche «investito» 130 mila euro di consulenze per ideare un progetto morto sul nascere (con tanto di ragione sociale del gestore unico «Acquedotti del Mediterraneo»). Ma la realtà non va in tale direzione indicata da Emiliano. Così dopo aver avuto «risposta» dal governatore della Basilicata, Marcello Pittella («ooi abbiamo già una nostra società e siamo proprietari tanta acqua») ora riceve un avvertimento da De Luca. «C’è un paradosso — ha continuato il governatore della Campania — che va risolto con serenità e buonsenso, se accade che per molti e lunghi periodi dell’anno in Irpinia, e a Caposele, dove nascono le sorgenti, i rubinetti restano a secco». L’obiettivo della Campania è di stringere un accordo quadro con la Puglia per ottenere risorse. Sinora i rapporti sono regolati con la Basilicata tramite il pagamento di 19 milioni all’anno. C’è un’intesa con Caposele per un assegno da 1,3 milioni e uno con Conza per 350 mila euro.
«Terminare una grande opera nel Mezzogiorno — ha detto Delrio — è, insieme alla capacità delle nostre imprese, un segno di fiducia anche da parte dello Stato che rende reali i progetti e le promesse che ha fatto. Stiamo andando avanti con il piano nazionale per le dighe. Abbiamo già firmato numerosi accordi per iniziare i lavori e sono fiducioso che con questo piano anche il problema dell’emergenza idrica potrà essere risolto». Presente anche Fabiano Amati, ex assessore alle Opere Pubbliche nella giunta Vendola e attuale presidente della Commissione regionale bilancio che ha ringraziato «i cittadini di Caposele e il loro ottimo sindaco Pasquale Farina, e tutte le comunità cittadine dell’alta Irpinia, il Commissario Roberto Sabatelli, i dipendenti della struttura commissariale e l’impresa appaltatrice».