Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
A «Sud della musica» Giovanna Marini in Salento
L’artista è in Puglia per un film sui suoi lavori A Corigliano si esibisce con gi Arditi del Coro
Il legame antico tra una terra piena di suggestioni arcaiche e una cantante originale nonché ricercatrice etnomusicale: Giovanna Marini sprofonda nel tacco d’Italia per presentare il progetto «A Sud della Musica – La voce libera di Giovanna Marini», un docufilm diretto dal romano Giandomenico Curi (ideato con gli autori pugliesi Fabrizio Lecce e Tommaso Faggiano) e realizzato grazie ad una campagna di crowdfunding di Produzioni dal Basso. Le riprese si alterneranno tra Roma e la Puglia e termineranno nei primi mesi del 2018
L’attrazione per il Salento delle Marini è legata all’amicizia con la scrittrice Rina Durante, che la invitò a visitarne i luoghi e i borghi, perché lì avrebbe trovato «musica e storie di grande qualità». «La Puglia - ha spiegato l’artista - è una regione ricca di testi storici e di fiabe mediterranee. Esiste una narrazione che è tipica del Mediterraneo».
E la ricerca musicale si incrocerà con uno dei fili rossi della sua produzione, ovvero una visione di liberazione femminile, dallo schema penalizzante nel quale «le donne sono infelici nel castello del loro principe, ridotte di fatto a badanti».
In questo inedito tour salentino sono in programmi due incontri, il primo oggi (alle 11) a Corigliano d’Otranto, nella location de «Lu ‘Mbroia Art&Lab», dove si darà vita ad un potente connessione tra la musica sociale italiana della Marini e una band, gli Arditi del Coro in prima linea nella conservazione e nella diffusione dei canti politici che hanno segnato la storia d’Italia. Dopodomani (alle 10,30), invece, darà vita ad un incontro a tutto campo con gli studenti dell’Università del Salento, nelle aule dello Studio 2000, dialogando con i docenti Gianfranco Salvatore e Fabio Tolledi, con il regista del docufilm «A Sud della Musica» Giandomenico Curi e con il musicista Luigi Lezzi.
La dimensione del viaggio e della memoria sarà centrale nel percorso che in queste giornate Giovanna Marini ripercorrere sulla traccia dell’itinerario del 1971, cadenzato allora da incontri fatali con le sorelle Chiriacò, cantrici di Sternatìa, con un giovanissimo Luigi Chiriatti, adesso impegnato nell’editoria legata alle tradizioni popolari, e con la «Simpatichina», cantrice dalla voce inconfondibile.
Un salto tra passato e futuro della musica folk e popolare si materializzerà anche grazie agli incontri previsti con esponenti della musica folk salentina come Enza Pagliara, il Canzoniere Grecanico Salentino e Rocco de Santis.
«Ogni arte è in grado di portarci in un altro mondo»: questa è stata la rotta seguita fin dagli albori della sua carriera quando, dopo essersi imbattuta in un testo che raccoglieva i canti dell’Alta Savoia, si appassionò per la metrica e i canti popolari. Intrinsecamente legata alla stagione delle mobilitazioni popolari degli anni settanta, è sempre stata incasellabile solo sul fronte degli anticonformisti, anche per una formazione eterodossa che coltivava grazie a legami con scrittori come Italo Calvino, con l’antropologo Ernesto De Martino e con compositori del livello di Luigi Nono. L’unica incursione nel pop la praticò in una tournée atipica, in Spagna, con due artisti distanti dal suo mondo, Renato Carosone e Gegé Di Giacomo.
Nell’affresco visivo che emergerà dal documentario ci sarà, in conclusione, tutta la cifra musicale e poetica di Giovanna Marini, la forza ribelle che le faceva interpretare sui palchi Contessa di Paolo Pietrangeli e la rabbia per la morte di Pier Paolo Pasolini o per la strage senza colpevoli di Ustica. «Siamo il risultato delle nostre radici, siamo la nostra terra», ama ripetere una cantautrice che ha segnato profondamente la storia delle note italiane.