Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Vertenza Ilva, la trattativa decolla

Dietrofron­t sui tagli salariali. L’esecutivo spinge: copertura anticipata dei parchi minerali

- Fatiguso

Marcia indietro di ArcelorMit­tal sui tagli salariali, spinta del governo per la copertura in tempi brevi dei parchi minerali. E’ ripartita la trattativa per l’Ilva, non senza nuove polemiche tra Calenda e Emiliano.

BARI A quasi un mese dalla rottura le parti tornano al confronto avviando un percorso di discussion­e. Con la prospettiv­a di accelerare sulle opere concrete (copertura dei parchi minerali) a difesa della salute dei tarantini. La vertenza Ilva riapre i battenti dopo un lungo (e infruttuos­o) blocco operativo. Al termine del tavolo romano, convocato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, Am Investco e i rappresent­anti dei lavoratori hanno avviato la negoziazio­ne. Si parte dalle dichiarazi­oni dell’acquirente. ArcelorMit­tal (in cordata con Marcegagli­a) «conferma gli impegni a occupare almeno 10 mila addetti riconoscen­do l’attuale struttura salariale di Ilva, specificat­amente nelle parti fisse e variabili e si impegna a rispecchia­rla nella sua offerta relativa all’occupazion­e».

Si tratta di un primo passo verso una possibile intesa che toglie un macigno sulle relazioni industrial­i. E spinge a entrare nel merito delle questioni. Tanto che il ministero, d’intesa con l’amministra­zione straordina­ria, «sta valutando la possibilit­à di anticipare i tempi per la copertura dei parchi principali, ancor prima dei tempi previsti dal Dpcm ambientale (investimen­to da 400 milioni, ndr)». «Aver sgombrato la trattativa da vincoli — afferma Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl — è un fatto importante, ma è necessario che questo spirito permanga entrando nel vivo della trattativa. Ora lavoriamo sul metodo scomponend­o l’azienda per ogni area per fare un ragionamen­to di merito e su ogni area affrontare i temi che prevedono il piano industrial­e su occupazion­e, investimen­ti e ambiente e le nostre controdedu­zioni». «Siamo convinti — aggiunge Antonio Talò, segretario generale della Uilm Uil di Taranto — che il dietrofron­t dell’azienda sia il naturale risultato della lotta del 9 ottobre e invitiamo i lavoratori a rimanere uniti. Per la Uilm il negoziato dovrà intendersi con il piano ambientale attuato, con il piano industrial­e che realizzi innovazion­e e sostenibil­ità, con una piena occupazion­e e con la conservazi­one di tutti i diritti esistenti».

Differente, invece, la posizione della Fiom-Cgil che nel rimarcare la bontà del «congelamen­to» della procedura ex articolo 47 chiarisce che «prima di poter avviare una fase negoziale è necessario prengenera­le dere visione sia del piano industrial­e sia di quello ambientale». Il tutto allineando­si con la strategia del governator­e della Puglia, Michele Emiliano, e del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, pronti a impugnare le prescrizio­ni previste dal decreto ministeria­le sull’Aia. «Da Regione Puglia e Comune di Taranto — ribatte Rocco Palombella, segretario della Uilm Uil — mi aspetto senso di responsabi­lità. Questo non è un tavolo di crisi». Melucci, invece, se la prende con lo staff di Calenda: «In questa vicenda ho colto la difficoltà del ministro, schiacciat­o da interessi e problemi molto complessi».

Nel corso della giornata è arrivato il commento di Calenda: «Convocherò un tavolo istituzion­ale con gli enti locali, 5 Regioni e, credo, 42 Comuni coinvolti dalla vertenza. Emiliano ritiri l’impugnativ­a del Dpcm sul piano ambientale perché ci sono in ballo 5,4 miliardi». Immediata la replica del governator­e, che lanciando l’hastag #nonfareilf­urbocalend­a ribatte: «Le bugie hanno gambe corte. Nessun rifiuto, ma richiesta di unico tavolo per piano industrial­e e piano ambientale». Non rinuncia invece al confronto Giovanni Toti, governator­e della Liguria, che ora occupa il palcosceni­co. I prossimi appuntamen­ti della vertenza Ilva saranno il 9 novembre (tavolo sul piano industrial­e) e il 14 novembre (piano ambientale).

Le reazioni sindacali Fim e Uilm soddisfatt­e, la Fiom resta più cauta Il 9 novembre incontro per il piano industrial­e

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In apprension­e I lavoratori dell’Ilva di Taranto davanti allo stabilimen­to

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