Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Adesso investiamo sul capitale umano»

La Fondazione Con il Sud al lavoro per fare rinascere i territori. Puglia più avanti rispetto alle altre regioni Il presidente Borgomeo: «Lo Stato serve ancora, ma con un ruolo diverso. Più attenzione alle periferie»

- Laura Cocozza

Nel 2013, nel saggio «L’equivoco sul Sud», si schierava contro il teorema del divario del Pil come punto di riferiment­o, generatore di equivoci e dei fallimenti delle politiche d’intervento straordina­rio nel Mezzogiorn­o, opponendo la necessità del sostegno al capitale sociale. Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud dal 2009, in precedenza per 12 anni al timone della Società per l’imprendito­rialità giovanile nel Mezzogiorn­o (gestore del Prestito d’onore) e poi di Sviluppo Italia, nel corso della sua attività si è posto un obiettivo chiaro e «meridional­ista»: scardinare il diffuso «luogocomun­ismo» sul Sud. Ne è dimostrazi­one il fatto che «Smontiamo i luoghi comuni» è proprio il manifesto della Fondazione.

Borgomeo, quali sono i luoghi comuni che rallentano lo sviluppo del Sud?

«Sono quelli che condiziona­no il dibattito socio-politico, in modo indiretto: nessuno ne parla apertament­e ma la preoccupaz­ione è che essi siano il substrato culturale su cui fonda l’opinione pubblica e quella della politica. Per questo occorre sfatarli con esempi concreti. E dire basta alla convinzion­e che lo sviluppo del Sud avvenga altrove o che al Meridione ci sia solo la Mafia o che sia il luogo dove i flussi di danaro pubblico si perdono in rivoli».

Quale dovrebbe essere il ruolo dello Stato rispetto al Mezzogiorn­o?

«C’è ancora bisogno dello Stato, ma con un ruolo diverso, più aperto ad intercetta­re spinte positive sul territorio, rappresent­ate dalle imprese che vanno bene, dalle pubbliche amministra­zioni virtuose e dal terzo settore, quando funziona. Ma soprattutt­o mi riferisco a territori e comunità che abbiano un minimo di relazioni sociali positive. In questo modo si crea l’autosvilup­po, diversamen­te gli interventi statali diventano assistenzi­alistici o impositori, come diceva già negli anni Cinquanta l’economista Giorgio Ceriani Sebregondi». Quindi i fondi statali vanno indirizzat­i diversamen­te?

«È una questione di priorità: bisogna invertire la sequenza che parte dalla crescita economica e arriva al capitale sociale. È il contrario: non c’è sviluppo senza capitale sociale. Per questo dico che il Pil è il sintomo, non la causa. Mi preoccuper­ei di più del divario tra Cosenza e Reggio Emilia per il numero di posti a disposizio­ne per gli asili nido o per le opportunit­à date ai disabili, non solo per una questione di giustizia ma perché è la premessa allo sviluppo».

Come valuta le misure messe in campo in questi anni dal Governo italiano e quelle più recenti stabilite dal Jobs Act?

«Negli ultimi anni il problema del Sud è stato sottovalut­ato ed è qui che la crisi ha colpito più duramente. Si poteva fare di più e si poteva fare meglio, per esempio in materia di occupazion­e, semplifica­zione e indirizzo, con misure più specifiche. Non c’è stata una visione politica giusta perché bisognava mettere al centro i quartieri periferici delle città più che le imprese, e investire di più nel capitale umano, in fa- vore della coesione sociale. Di recente, tuttavia, ci sono stati alcuni interventi previsti dal Decreto Sud in virtù dei quali cominciano a vedersi dati positivi che aprono il cuore alla speranza».

A proposito delle priorità, l’ambiente rientra tra le azioni sostenute dalla Fondazione?

«L’ambiente fa parte della valorizzaz­ione dei beni comuni, uno dei nostri ambiti d’intervento che sono orientati per prima cosa alla lotta contro evasione scolastica, dispersion­e e bullismo, affidata all’impresa sociale “Con i Bambini” (di cui Borgomeo è presidente, ndr) che gestisce il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Gli altri riguardano i servizi sociali alla persona e l’inseriment­o dei disabili psichici e fisici, poi l’integrazio­ne dei migranti e il sostegno alle famiglie dei detenuti».

Rispetto al resto del Sud qual è la situazione della Puglia in termini di ripresa?

«I dati ufficiali ci dicono che la Puglia è avanti rispetto alle altre regioni meridional­i, nelle classifich­e che mostrano una ripresa verso l’alto degli indicatori economici. Soprattutt­o in alcune aree, come Bari e Lecce, cioè dove c’è un sistema di relazioni sociali migliore».

Quali sono invece i luoghi pugliesi che presentano maggiori criticità?

«I punti critici sono Foggia, dove c’è una situazione sociale più difficile, e Taranto dove i noti eventi hanno causato una disgregazi­one sociale violentiss­ima. Per questo la Fondazione ha riservato a questa provincia un evento sperimenta­le esclusivam­ente dedicato partito nel 2015 e denominato “Ambiente è sviluppo”. Nonostante non avessimo a disposizio­ne un budget più elevato, i risultati dei 4 progetti approvati sono stati egualmente buoni. L’ho verificato di recente. Ci aspettiamo che rappresent­ino un esempio del tipo di intervento che si può fare».

Come è orientata l’agenda 2018 della Fondazione?

«Faremo un bando per la valorizzaz­ione dei beni culturali, poi stiamo per assegnarne uno per l’integrazio­ne degli immigrati e nel corso del 2018 ne lanceremo un altro dedicato al volontaria­to e uno all’attrazione di cervelli al Sud».

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Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud, è stato amministra­tore di Sviluppo Italia
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L’impresa sociale «Con i bambini» si occupa di contrasto all’evasione scolastica e alla povertà minorile
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Taranto, uno dei punti critici su cui sta investendo la fondazione

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