Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Così dalle olive si ricava olio e energia

L’Oleificio Sociale di Cassano utilizza gli scarti della lavorazion­e per alimentare gli impianti

- Laura Cocozza

Èuna delle aziende storiche di Cassano delle Murge, annoverata tra le «Città dell’Olio», titolo conferito solo alle più importanti realtà olivicole italiane. Non stupisce, dunque, se l’Oleificio Sociale, società cooperativ­a che riunisce circa 240 soci possidenti e coltivator­i, sia diventato un punto di riferiment­o per i cultori dell’olio di qualità. Ma colpisce ancor di più in positivo il fatto che l’azienda rivolga una particolar­e attenzione all’uso degli scarti di produzione, utilizzand­oli per generare l’energia con cui alimentare i macchinari, il riscaldame­nto dello stabilimen­to e quello dei soci cooperativ­i. Non a caso è considerat­a da Legambient­e, un esempio tra le realtà «verdi» della provincia di Bari che valorizzan­o il settore della green economy. «Per ora abbiamo una lavorazion­e in tre fasi – spiega Lucio Lanzolla, vicepresid­ente della Cooperativ­a –. Ovvero, dopo l’estrazione dell’olio, sono prodotti due scarti cioè l’acqua di vegetazion­e e la sansa. L’acqua la smaltiamo seguendo precise direttive, sui terreni dei soci che hanno l’autorizzaz­ione. La sansa viene spedita al sansificio e da essa separiamo il nocciolino che utilizziam­o come combustibi­le per uso interno e da rivendere ai soci. Se resta, ad altri. Poiché è di facile impiego e dotato di un elevato potere calorico, è una ottima alternativ­a al legno in pellet per bruciatori e stufe».

Insomma, una filiera di recupero e riutilizzo che dimostra come si possa sfruttare un prodotto al 100 per cento, salvaguard­ando il pianeta e sfruttando le sue risorse in maniera consapevol­e e pulita. Ma non è tutto: «Già dal prossimo anno – continua Lanzolla - contiamo di passare ad una lavorazion­e a due fasi. Una volta estratto l’olio, ci sarà un unico residuo di lavorazion­e, composto di acqua di vegetazion­e e sansa, che potremo conferire alle centrali di biogas esistenti sul territorio». Gli impianti a biogas sono una soluzione completame­nte all’avanguardi­a nel settore del riscaldame­nto e della produzione di energia elettrica da fonti alternativ­e: tramite la fermentazi­one di biomasse e degli scarti della lavorazion­e di attività agricole e di residui animali si produce il biogas, alimentazi­one e combustibi­le necessario all’impianto per svolgere le sue funzioni di produzione di calore ed energia elettrica. «In un futuro un po’ più lontano – continua Lanzolla – speriamo, anche attraverso incentivi finanziari, di costituire un consorzio tra cooperativ­e olivicole, per costruire una centrale a biogas di nostra proprietà». Progetti ancora più verdi all’orizzonte, dunque, per questo oleificio che lavora all’anno oltre 26mila quintali di olive totali dalle quali vengono ricavati 12mila quintali di sansa, il residuo riutilizza­to per produrre energia.

Passando ai prodotti veri e proprio, orgoglio aziendale, l’Oleificio ogni anno produce oltre 4mila500 quintali di olio con metodo convenzion­ale e ricava circa 1.200 quintali di olio biologico dai più di 7mila quintali di olive biologiche lavorate.

Tutte le fasi della lavorazion­e delle olive, dalla frangitura al breve stoccaggio delle olive mature, alla lavorazion­e a freddo, sono controllat­e scrupolosa­mente. «Abbiamo due linee di prodotto: quello convenzion­ale e il biologico– spiega il vicepresid­ente -. Ma i soci dell’Oleificio Sociale sono protagonis­ti di un controllo sulle operazioni che devono effettuare così attento, che l’extra vergine di oliva prodotto in modo convenzion­ale, ottenuto a freddo, genuino e dal sapore e dal profumo gradevolme­nte intenso, praticamen­te ha le stesse caratteris­tiche del biologico. Solo non ne ha le certificaz­ioni, che ne aumentereb­bero il prezzo. Certo, i consumator­i che non conoscono l’azienda hanno bisogno delle garanzie. Ma chi ci conosce sa che non c’è differenza. È solo una questione di costi».

Alla vecchia tradizione di vendita diretta, l’Oleificio, ha affiancato anche attività culturali che promuovono la cultura dell’olio extra vergine, come corsi di degustazio­ne dell’olio, incontri, dibattiti e visite guidate allo stabilimen­to. Negli ultimi anni la vendita diretta è quasi triplicata ed oggi esporta non solo al di là dei confini regionali ma anche nazionali.

Il progetto Il vice presidente Lanzolla: «Adesso puntiamo al biogas»

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 ??  ?? La raccolta e la lavorazion­e delle olive nell’Oleificio sociale di Cassano (ph Rossano Percoco)
La raccolta e la lavorazion­e delle olive nell’Oleificio sociale di Cassano (ph Rossano Percoco)

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