Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il poeta che ama il mare d’inverno
L’impegno dell’avvocato ambientalista Sandro Marano, fondatore dell’associazione Fare Verde Bari «Per me i versi e l’ambiente sono una cosa sola. La nostra costa va difesa tutto l’anno»
«La poesia ambisce a racchiudere l’universo in un guscio di noce. La stessa missione del filosofo con i concetti, il poeta la svolge con gli strumenti dell’arte»: Sandro Marano, 62 anni, avvocato e poeta ecologista barese, si divide tra impegno in Fare Verde, studio di classici e scrittura di versi. Ogni mese di gennaio anima una manifestazione per la pulizia di un tratto delle coste baresi. «La cura del mare d’inverno - spiega con semplicità - è una azione simbolica, rivolta alle istituzioni ed ai cittadini perché si possa cambiare stile di vita. D’inverno il mare vene dimenticato dai media, non c’è turismo e bagni, ma lo stesso mare vive dodici mesi l’anno. Analizzando i rifiuti recuperati è possibile cambiare stile di vita e di consumo. Come? Riducendo imballaggi, con il vuoto a rendere su cauzione, vietando polistiroli espansi e tassando l‘usa e getta».
Il poeta e l’ecologista nascono insieme: «Tutto scaturisce dall’amore per i luoghi dell’infanzia di Bari. Ricordo i vigneti che si affacciavano in via Re David, dove adesso sorgono tanti palazzi grigi. La città degli anni sessanta era ancora a misura d’uomo, poi il saccheggio edilizio ha devastato il territorio, anche per l’assenza di un piano di espansione edilini zia che frenasse la corsa al cemento». La scintilla è stata immediata come «un grido di angoscia declinato con lo strumento delle parole in versi e della poesia. A quattordici anni ho scritto le prime poesie, e successivamente ho raffinato questa passione attraverso lo studio di modelli come Ungaretti e Quasimodo e più in là con la frequentazione del circolo dei poeti della Vallisa».
«Poesia ed ecologia - puntualizza Marano - condividono l’amore per la natura e per la bellezza. Non c’è poesia senza questo sentimento, offeso dall’attuale percorso. Ezra Pound, il più importante poeta ecologista del mondo, diceva nei Pisan Cantos: “Al diavolo il vostro progresso, la pigrizia di conoscere la terra e la rugiada”. Successivamente ho approfondito alcuni autori per una filosofia ecologista: da Friedrich Nietzsche a cui ho dedicato per Schena “Lo stupore del mattino”, nel 1997, a pensatori “green” come Rutilio Sermonti e Maurizio Pallante, come gli anglo-america- Edward Abbey, Bill McKibben e Jonathon Porritt. Il fondamento è quello di riannodare il filo spezzato tra uomo e natura». Dalla poesia all’impegno sociale il passo è stato breve: «Negli anni ottanta, sono stato per cinque anni iscritto a Legambiente. Ho avuto una breve parentesi con le liste Verdi, che secondo Alex Langer, ecologista altoatesino, dovevano essere né di destra e né di sinistra. La mia ricerca è proseguita alla ricerca di un sodalizio più in linea con il mio mondo spirituale». «Lessi un articolo di Paolo Colli, fondatore di Fare Verde, sul vuoto a rendere su cauzione come strumento per lottare contro l’espansione dei rifiuti.
Era il 1990. E da lì decisi di fondare Fare Verde Bari nel 1991. Attività ambientaliste e produzione poetica sono il mio orizzonte - conclude Marano - fino all’ultimo saggio che ho curato su Drieu La Rochelle “Pellegrino del sogno” (Pelligrini editore)».