Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il glaucoma a pressione normale
Nome tecnico NTG, è una malattia subdola, perché asintomatica. Se non curata in tempo, può portare anche alla cecità totale. Ecco perché serve una diagnosi precoce e precisa
Èsubdolo, perché compare senza sintomi e può essere implacabile, perché può provocare cecità totale se non curato in tempo. Il glaucoma a pressione normale agisce come un ladro silenzioso della vista. Per non farsi sorprendere, è fondamentale la diagnosi tempestiva. «Si tratta di una forma molto particolare e poco conosciuta di glaucoma (il nome tecnico è NTG-Normal tension glaucoma o sine ipertensione) nella quale la componente vascolare sembra essere prevalente sulla pressione oculare. Il glaucoma è solitamente associato ad ipertensione oculare - aggiunge l’esperta - sebbene nel 30% circa dei casi non manifesti mai ipertono» dice la dottoressa Maria Cristina Gentile (nella foto), specialista in oculistica, dello Studio L’Abbate a Conversano. Le cause sono molte. «Alla base di questa patologia - spiega la dottoressa Gentile - sembra esserci sempre un’alterazione della circolazione capillare del nervo ottico, con conseguenti danni al campo visivo». Statisticamente, il NTG colpisce le donne più degli uomini e si manifesta generalmente in associazione con alcune patologie autoimmuni o con affezioni da vasospasmi periferici, come il fenomeno di Raynaud o l’emicrania familiare o la pressione arteriosa bassa. L’evoluzione della malattia, poi, è la stessa rispetto a quella del glaucoma a pressione elevata e costituisce per i pazienti un serio problema diagnostico. «Solo l’oculista può fare diagnosi certa di NTG - sottolinea la dottoressa Gentile soprattutto nei primi stadi della malattia, quando è importante riconoscerla per rallentarne drasticamente l’evoluzione, prima della comparsa delle irreversibili alterazioni visive». Il punto di partenza, nell’iter diagnostico, dev’essere una serie di dati clinici che permettono di escludere altre otticopatie, le quali vanno messe in diagnosi differenziale con questa forma di glaucoma (per esempio le otticopatie ischemiche croniche, otticopatie congenitamente determinate, otticopatie su base neurologica). «Dopo i 40 anni di età - dice la dottoressa Gentile - è consigliabile sottoporsi a visita oculistica completa ogni 2 o 3 anni, dun- que non è sufficiente la misurazione della pressione intraoculare da sola, magari eseguita al di fuori di una visita oculistica. Fondamentale - aggiunge la specialista - sarà la valutazione morfologica ispettiva della papilla ottica con l’eventuale supporto di particolare strumentazione el’esecuzione e l’analisi del campo visivo che permette di valutare la progressione del danno. Vorrei ricordare - riprende la dottoressa Gentile - che nel glaucoma i difetti visivi non vengono percepiti dal paziente in quanto cominciano dalle aree più esterne risparmiando, fino agli ultimi stadi, l’area centrale». Sarà fondamentale, durante la visita, stabilire quale sia la pressione target del paziente, che varia da persona a persona. «La valutazione di questo parametro - osserva la dottoressa Gentile - avrà senso solo se sarà correlata al valore dello spessore corneale (pachimetria)». Un esame molto più specifico può essere l’OCT (tomografia a coerenza ottica) del nervo ottico, attualmente il più importante nella valutazione del glaucoma, che permette di vedere addirittura il danno delle fibre nervose nelle primissime fasi della malattia. «Le lesioni osservate con questo metodo - spiega la specialista dello studio L’Abbate - precedono di parecchi anni la comparsa di lesioni del campo visivo e il calo della vista, permettendo dunque di prevedere l’evoluzione e adeguare la terapia quando ancora il campo visivo risulta nella norma». Un corretto inquadramento del paziente prevede poi l’esecuzione di esami vascolari sistemici quali Eco Doppler dei tronchi sovraaortici, per valutare un corretto afflusso ematico al nervo ottico; monitoraggio dinamico della pressione arteriosa, per valutare la presenza dei cosiddetti dip pressori notturni (riduzioni molto marcate della pressione arteriosa), molto frequenti in queste forme di glaucoma. «Buona norma - dice la dottoressa Gentile - è anche eseguire un’indagine neuroradiologica (TC o RMN encefalo) per valutare la presenza di aree ischemiche a livello centrale, nonché esaminare il profilo della pressione oculare nell’arco delle 24 ore, al fine di poter escludere eventuali picchi pressori oculari durante orari della giornata o della notte». Tutto questo, per comprendere se in questa forma di glaucoma, nella quale la pressione oculare si mantiene entro limiti di normalità, esista una prevalenza dei fattori vascolari o della pressione oculare (anche se non elevata). Nel primo caso andranno presi provvedimenti terapeutici in accordo con l’internista, con il neurologo e in caso con chirurgo vascolare al fine di correggere varie alterazioni co-esistenti dell’emodinamica sistemica. «Nel caso in cui la pressione oculare dovesse avere un ruolo preponderante - precisa la dottoressa Gentile - allora questa andrà ridotta di almeno un 30% rispetto al valore basale, con terapia medica topica, parachiurgica laser o chirurgica». Farmaci di supporto quali citicolina o altri integratori specifici sembrano essere un valido supporto nella gestione della malattia. Il glaucoma a pressione normale, dunque, è una malattia complessa in cui un inquadramento e un approccio terapeutico correttipossono essere decisivi, nel rallentare la progressione della malattia.
Il punto di partenza, nell’iter diagnostico, dev’essere una serie di dati clinici che permettono di escludere altre otticopatie La terapia deve essere personalizzata. Lo specialista che interviene in tempo può rallentarne notevolmente l’evoluzione