Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Canti gregoriani per 24 ore al giorno così il vino di Cerignola diventa più buono

La tradizione seguita dalla cantina Biancardi

- Luca Pernice

Affinare il vino in anfore di terracotta per dieci mesi facendogli ascoltare 24 ore al giorno musica gregoriana. E’ la particolar­ità di «Mille ceppi» uno dei vini prodotti, con vitigni di Nero di Troia da Michele Biancardi, titolare con il padre dell’omonima cantina nata nel 2010 nelle campagne di Cerignola. Vino che viene esportato anche in America Latina. «Da oltre cento anni – ci racconta Michele Biancardi – la mia famiglia gestisce un’azienda agricola, nella zona di Cerignola di circa 100 ettari. La cantina, invece, è nata nel 2010 quando con mio padre abbiamo deciso di ristruttur­are una vecchia masseria pugliese. Tre sono i vitigni che abbiamo scelto per la nostra cantina: il nero di Troia, il Fiano, il primitivo. Sono quelli della tradizione, e i vini che otteniamo sono sapidi e corposi. La vendemmia inizia verso la fine di agosto con il primitivo e termina ad ottobre inoltrato con il nero di Troia».

Nove gli ettari di vigneto per una produzione annua di circa 40-50mila bottiglie. Nella cantina Biancardi diventa vino solo l’uva di produzione dei loro vigneti, e tutto in regime di agricoltur­a biologica: tutto il lavoro, dalla coltivazio­ne dell’uva all’imbottigli­amento del vino avviene all’interno della masseria, trasformat­a in cantina. Nero di Troia, Fiano e Minutolo i principali vitigni della cantina Biancardi. «Vitigni autoctoni – ci spiega Biancardi che si sono ben adattati al territorio del nord della Puglia. Come per esempio il Minutolo originario della Valle d’Itria, coltivato in Puglia sin dal 1200 e che ha anche rischiato l’estinzione. Negli ultimi anni il vitigno si è adattato ai nostri terreni da cui riceve molta mineralità». Altro vitigno autoctono è il Fiano, che sebbene sia molto diffuso nella zona della Campania sembra che sia stato fatto giungere in Italia e in Capitanata dalla Grecia da Federico II. Nel XII secolo, infatti, ci sono documenti relativi ad ordini di acquisto di vino Fiano da parte della corte dello Stupor Mundi, quando si trovava a Foggia. Un altro ordine, nel secolo successivo, da parte del re Carlo II d’Angiò per 1600 viti di Fiano da spedire a Manfredoni­a. Ma la vera specificit­à delle cantine Biancardi è il vino prodotto con i canti gregoriani. Dopo aver selezionat­o i migliori ceppi dei vitigni Nero di Troia, il mosto viene trasformat­o in vino attraverso la fermentazi­one che avviene, in modo del tutto naturale senza aggiunta di lieviti, in botti di acciaio. Terminato il periodo di fermentazi­one, il vino viene messo a riposare in serbatoi di stoccaggio, nella zona della cantina dei barrique. Qui ad accogliere il futuro vino ci sono botti in legno ma anche grosse anfore di terracotta. Una specie di ritorno al passato e, in particolar­e, alla Roma antica quando il vino, in grossa quantità, veniva conservato proprio nell’«amphora» per poi essere travasato all’occorrenza nelle ampulla o guttus. Nelle moderne anfore di Biancardi il vino viene lasciato a riposare anche per 12 mesi facendogli ascoltare, per 24 ore al giorno, musica gregoriana. «Alcuni studi – continua Biancardi – dicono che le molecole cambiano forma con la musica. Il vino è vivo e con la musica il suo sapore diventa più buono e raffinato. Certo la musica non gli farà male».

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I vigneti e un ambiente della cantina Biancardi di Cerignola, fondata da una famiglia da sempre dedita alla produzione di vino
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