Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La Puglia premiata da slow wine C’è la conferma per otto aziende
Ecco tutte le eccellenze da Foggia al Salento
La guida Slow wine 2018, presentata lo scorso settembre, riconosce l’eccellenza a 195 cantine in Italia (7 in più rispetto all’anno scorso). In Puglia conferma le 8 del 2017. Il vademecum di Slow food, infatti, l’associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, e grazie ai saperi custoditi dalle tradizioni locali, ha confermato la sua Chiocciola (che garantisce anche il buon rapporto qualità-prezzo e, dal 2017, esclude il diserbo chimico nei vigneti) alle cantine di d’Araprì (Foggia), Giancarlo Ceci (Andria), Gianfranco Fino e Morella (entrambe a Manduria, nel Tarantino), Paolo Petrilli (Lucera, nel Foggiano), Polvanera (Gioia del Colle, nel Barese), Severino Garofano Vigneti e Cantine (Copertino, nel Leccese) e Vallone (a Brindisi e a Copertino). D’altra parte, sottolinea l’associazione, «mai come quest’anno, in Puglia, ci sono stati assaggi di qualità media così elevata, a fronte di un’annata difficile dal punto di vista climatico, la 2016, da cui arrivavano gran parte dei vini assaggiati».
Nelle vigne della regione, riferisce la redazione di Slow wine, sempre più produttori scelgono pratiche agronomiche sostenibili, ossia biologiche, biodinamiche o comunque non interventiste. «La prima nota di merito spetta ai rosati pugliesi – precisano da Slow Food – Ma in questa edizione c’è anche la riprova che pure in una regione così assolata si producono bianchi interessanti. Salento e negroamaro vinificato in rosso stupiscono per l’elevata qualità media nell’annata 2015, con produttori più orientati a privilegiare vini meno appesantiti da affinamenti in legno. Lo stesso vale per il nero di Troia, valorizzato da vinificazioni e maturazioni più “leggere”. Chiara l’inversione di tendenza che prima vedeva il Primitivo di Gioia del Colle più fresco e meno muscolare del Primitivo di Manduria, con quest’ultimo che oggi conferma quanto convenga un’attenta conduzione in vigna rispetto a un’uva troppo ricca di zuccheri. Grande, infine, la prova dei vini dolci».