Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Fratello ulivo, molto più di un simbolo
L’omaggio del fotografo argentino Alejandro Chaskielberg agli alberi che si muovono. Il «set» a Fasano, Savelletri e Monopoli
Gli ulivi non sono solo alberi. Sono persone di famiglia, in Puglia. Fanno parte di questo territorio e gli regalano una identità ancora più forte. Gli ulivi sono opere d’arte, frondose, attorcigliate, nodose. Che se ne stanno lì, attaccate alla terra in maniera viscerale con le loro radici, da secoli, a godersi impassibili il passare dei tempi. No, gli ulivi non sono solo piante. Per il fotografo argentino Alejandro Chaskielberg sono alberi che si muovono, che camminano come lui stesso li ha descritti dopo una settimana di permanenza in Puglia, dove ha lavorato ad un progetto fotografico per il Phest, il festival internazionale di fotografia che si è concluso da qualche giorno a Monopoli. E’ stato chiamato e gli è stato commissionato questo lavoro dagli organizzatori della manifestazione. E lui, alla sua prima volta in Puglia, ha immortalato gli ulivi delle campagne tra Monopoli, Fasano e Savelletri. Lo ha fatto con la sua tecnica particolare, di notte, al buio. Perché è di notte che questi alberi per lui emanano una magia particolare. Ad illuminare queste chiome argentee il solo faro di una luce, attraverso la quale l’artista ha disegnato e restituito la sua personale visione degli ulivi. Scatti nei quali l’immagine dell’albero è stata impressa in maniera dettagliata, restituendo contorni nuovi, dai quali è emersa una nuova forma di vita, qualcosa di umano.
Così, in un tempo di posa molto lungo utilizzato, anche le stelle sembrano vedersi nel loro movimento e pure il vento si percepisce nell’ondeggiare lento delle foglie. Nelle immagini ricavate, esposte come gigantografie al Porto Vecchio della “città unica”, il fotografo ha visto anche altro. Ha visto oltre quegli stessi ulivi dalla storia importante da raccontare, che da questa terra prendo- no nutrimento e vita. Chaskielberg ha colto in essi opere di Klimt o donne africane che ballano come in un rituale antichissimo. Queste gigantografie hanno in sé qualcosa di poetico. E, dopo l’esposizione di Monopoli, sono pronte, come gli ulivi, a camminare anche loro.
«Proprio in questi giorni – dichiara Giovanni Troilo, direttore artistico del Phest- stiamo valutando alcune proposte. Ci piacerebbe che queste immagini viaggiassero per i comuni pugliesi e stiamo inoltre pensando di organizzare una mostra in Nord Italia e una itinerante con gli ulivi di Puglia nelle città Europee».